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Carlo Goldoni Il finto principe IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA OTTAVA
Floro, poi Lesbina
FLO. |
Or sì son imbrogliato! Se costei non mi vuole, Niente servir mi puole il principato. Quant'era meglio ch'io restassi Floro! Almeno avrei sposata Una bella ragazza galantina; Almeno con Lesbina In buona pace avrei Passati dolcemente i giorni miei. Ma Lindora? Lindora, Se non avrà giudizio E scoprir mi vorrà per vagabondo, Andrà a pellegrinar all'altro mondo. Ma ecco, vien Lesbina; Costei mi piace tanto, Son tanto di quel viso innamorato, Che or or mando in malora il principato. |
LESB. |
Oh povera Lesbina, Tradita, assassinata: Or vedova non son, né maritata! |
FLO. |
Ehi ragazza, che avete, Che addolorata siete? |
LESB. |
Io piango amaramente Due Flori, l'uno morto e l'altro vivo. Il vivo non mi piace; Il morto piacerebbe agli occhi miei, Quando nel viso somigliasse a lei. |
FLO. |
Ed io son tanto acceso Del vostro bel sembiante, Che Floro esser vorrei, e non Ferrante. |
LESB. |
Maledetta fortuna! |
FLO. |
Oh se voleste, Si potria la fortuna Far far a nostro modo! |
LESB. |
E come? |
FLO. |
Oh cara! Son di voi innamorato: Se volete, vi dono il principato.
Ma bel sì vezzosette Mon coure ah regardè: Da quelle pupillette Meschin tout è broullè, Vou chiede, Lasbinette, La vostre charitè Quest'alma langhissà.
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LESB. |
A una vil cameriera? |
FLO. |
Siete bella, Vi vuò ben, mi piacete, e tanto basta: Le donne sono tutte d'una pasta. |
LESB. |
Ma qui vostra eccellenza È venuto a sposar la principessa. |
FLO. |
Codesta dottoressa Mi sprezza e non mi vuole. Facciam poche parole. Bella, se mi volete, io vostro sono: Il mio cor, la mia man, tutto vi dono. |
LESB. |
Oh signore, davvero mi vergogno. |
FLO. |
Vergognarvi? di che? |
LESB. |
Vostra eccellenza... |
FLO. |
Orsù, lasciam andare Titoli e cerimonie. Se piacermi bramate, Voglio che in confidenza mi trattiate. |
LESB. |
Dirò dunque, che lei... |
FLO. |
Non voglio il lei. |
LESB. |
Voi, signor... |
FLO. |
Confidente ancora più. |
LESB. |
Come v'ho da parlar? |
FLO. |
Datemi il tu. Datemi della bestia e del somaro: Più che mi strapazzate, e più l'ho caro. |
LESB. |
(È un bell'umor davvero! Lo voglio contentar). Ehi, bestia matta, Che facciamo? Mi sposi, o non mi sposi? |
FLO. |
Brava, ti sposerò. |
LESB. |
Sposami, che se no, Asino tu sarai, non cavaliere. |
FLO. |
Oh cara! Oh che piacere, Sentirsi strapazzar! Tirate avanti. |
LESB. |
Oh razza di birbanti, Principe di favette e brutto grugno, Se non mi sposi, io ti rifilo un pugno. |
FLO. |
Ah, resista chi può. Questi bei vezzi Fan proprio innamorar. |
LESB. |
Sposami, o vatti a far... |
FLO. |
Son qui, ti sposo. |
LESB. |
(Oh che bizzarro umor!) |
FLO. |
(Che stil grazioso!)
La mano ti dono, Tu dammi il tuo cor; Oimè, per amor Mi sento crepar. Non posso parlar. Mia cara, mia bella, Son vostro, son qua. Vezzosa, graziosa, Mia vita, pietà. Che gusto sentirsi Sì ben strapazzar, Somaro chiamar; È un gusto che ai stolti Piacere non dà; Eppure da molti Cercando si va. (parte) |