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Carlo Goldoni Il finto principe IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA TREDICESIMA
Floro e Lindora
FLO. |
(Che cosa importa a me, Purché libero sia da questa noia, Che m'avesse difeso ancora il boia?) |
LIND. |
Signor principe, io posso Ben chiamarmi felice, Per esser la di lei liberatrice. |
FLO. |
Io vi son obbligato, Venite al principato, Colà vi premierò; Qualche cosa di buono io vi darò. Datemi la mia spada. |
LIND. |
Adagio un poco; Pria che vi dia la spada, Vuò che i conti facciamo tra di noi; M'avete a confessar chi siete voi. |
FLO. |
Oh bella! non son io Il principe Ferrante? |
LIND. |
Non è vero, Voi siete un menzognero. |
FLO. |
E chi son io? |
LIND. |
Tu sei Floro, crudel, l'idolo mio. |
FLO. |
Eh, che siete una pazza. Datemi la mia spada. |
LIND. |
Indietro, indietro; O confessate a me che Floro siete, O vi do una stoccata e morirete. |
FLO. |
Ma se Floro non son... |
LIND. |
Chi non è Floro, Deve dunque morir. |
FLO. |
Pian, piano, io sono... |
LIND. |
Via, chi siete? |
FLO. |
Ferrante. |
LIND. |
Ebben, Ferrante Adesso morirà. |
FLO. |
No, che son Floro. |
LIND. |
Dunque tu m'ingannasti, Menzognero, birbante: Io ti voglio ammazzar Floro o Ferrante. |
FLO. |
Adunque in ogni guisa ho da morire? |
LIND. |
Devi morire, o darmi La mano, e qui sposarmi. |
FLO. |
Piuttosto che morir, vi sposerò. (Fingerò di sposarla, e me n'andrò). |
LIND. |
Presto, dammi la mano. |
FLO. |
Ecco la mano. |
LIND. |
Traditor, inumano, Così m'abbandonasti? |
FLO. |
Ora sono tuo sposo, e ciò ti basti. |