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Remigio Zena
Poesie grigie

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  • LIBRO II.   ACQUE-FORTI.
    • 16. LE DUE ZINGARE
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16.

LE DUE ZINGARE

 

 

Ballano a suon di nacchere

Due zingare boeme

Che nel fuoco del diavolo

Sembrano cotte insieme;

Di villanelle estatiche

Tra le risa e le chiacchere

Ballano a suon di nacchere.

 

Girano come trottole

Dei piedi sulla punta

E nel girar si gonfia

La veste unta e bisunta.

Nel turbinoso vortice

Le due nere pallottole

Girano come trottole.

 

Bizzarri geroglifici

Ricaman sul terreno;

Come biscie, del pettine

Abbandonato il freno,

Disegnano nell'aria

I capelli magnifici

Bizzarri geroglifici.

 

E di danzar non restano

Le nomadi sorelle;

Gettate via le nacchere

E urlando, sulla pelle

D'uno stridente timpano

Colle nocche tempestano

E di danzar non restano.

 

Dai loro occhi di bragia

Guizza una luce rossa

Che saetta e che penetra

Nel midollo dell'ossa.

Escono le bestemmie

Dalla bocca malvagia

E dagli occhi di bragia.

 

Tremano, impallidiscono

A quel ballo selvaggio,

Tutte insieme segnandosi,

Le donne del villaggio,

E le perverse zingare

Che la croce abborriscono,

Tremano, impallidiscono.

 

Già le danze frenetiche

Giungono al parossismo,

Ma quando viene il parroco

A fare l'esorcismo,

In due gatte si mutano

Le diavolesse eretiche

Dalle danze frenetiche.




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