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Remigio Zena
Poesie grigie

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  • LIBRO II.   ACQUE-FORTI.
    • 19.   NENIA MACABRA
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19.

 

NENIA MACABRA

 

 

Rugiada notturna

Non cade sull'urna,

Singhiozzan le tenebre,

Di piombo son l'ore

Diserte d'amore;

 

Per tutto conforto

Le numera il morto

Fasciato nel gelido

Lenzuol che l'opprime,

Ma è sempre alle prime.

 

I vermi già gonfi,

Per nuovi trionfi

Su nuovi cadaveri

Emigrano in massa,

Ma il tempo non passa.

 

Sotterra distesi,

Dei nostri paesi

Pensiamo all'idilio,

Pensiamo alla vita

Per sempre fuggita.

 

Aurore, tramonti,

Immensi orizzonti

Di luce e di porpora!

Smaglianti miraggi

Dei patrii villaggi!

 

Vendemmie, tempeste

D'amori e di feste!

Febbrili colloqui,

Poemi non scritti

Ma in cuore confitti!

 

Dei giorni vissuti,

Degli inni perduti

Dormir non ci lascia

L'eterna fanfara

In fondo alla bara,

 

Sentiamo gli spasmi

Dei vecchi entusiasmi,

Sull'ossa ci gocciola

Bollente la scoria

Di tanta memoria!

 

Oh come la vita

Ci appare fiorita!

Son manna le lagrime

Che spargono a rivi,

Odiandola, i vivi.

 

La postuma pace

Non prova chi giace

In grembo alle tenebre. —

Nel seno di Dio

Si beve l'obblìo...?




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