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Remigio Zena
Poesie grigie

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  • LIBRO II.   ACQUE-FORTI.
    • 21.
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21.

 

 

Esci tu pure dalla terra grassa,

Figlia del boscaiuolo

Uccisa l'altro ieri dal vaiuolo,

Stamattina sepolta senza cassa,

Senza lenzuolo.

 

Vieni all'aria e alla luce benedetta,

Vieni a mirare il cielo,

Povera ignuda distesa nel gelo:

Avrai qui dalla luna che t'aspetta

Di raggi un velo.

 

Quando ti vidi inferma, o mia fanciulla,

Incutevi spavento:

Le pustole del morbo vïolento

Ti chiazzavan la carne fatta brulla

A cento a cento.

 

Ed or sepolta certo sei più orrenda,

Ora che sei carcame,

Or che il viscido e nero brulicame

Nel tuo corpo trovò lauta merenda

Per la sua fame.

 

Ma se verrai a questa in cui mi giacio

Notturna candidezza,

Ritornerà la pristina bellezza

E fremerai d'angelicato bacio

Nella dolcezza.

 

Ama la luna i morti, essa ne intende

I dolori segreti,

Essa che lambe i freddi sepolcreti:

Tu le racconterai le tue vicende

Come i poeti.




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