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Remigio Zena
Poesie grigie

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  • LIBRO III     AI MIEI FRATELLI DEDICO QUESTO LIBRO CHE NON È COMMEDIA E DA ESSI LO INTITOLO R. Z.
    • 9.   IL QUADRO
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9.

 

IL QUADRO

 

 

Stamane in una chiesa

Vidi sospesa

L'effigie d'una bella Madonnina,

Che si stringeva al petto

Il pargoletto

Tutta rapita in estasi divina.

 

Sulla madre e sul bimbo

Raggiava un nimbo,

Che del pennello non parea fattura,

Tanta pioveva intorno

Luce di giorno

Da quella viva e diafana pittura.

 

Da una nuvola bianca,

A destra e a manca,

Come se galleggiassero nel latte,

Spuntavan ricciutine

Due o tre testine,

Che avevan l'ali a foggia di cravatte.

 

Ne scorsi una fra queste

Piccole teste,

Una che viva non vedrò più mai!

Era la figurina

Della bambina,

Che nel lenzuolo, gelida baciai.

 

A me chi ti rivela

Su quella tela,

O tu che vo chiamando e non rispondi?

Sei venuta a mostrarmi,

Per consolarmi,

La gloria d'oro su' tuoi ricci biondi?

 

O tu, della mia vita

Storia infinita,

Che solo i babbi leggere sapranno,

Sei venuta a mostrarmi,

Per consolarmi,

Queste penne che un angelo ti fanno?

 

Ah! già pria del viaggio

Avevi il raggio

Onde splendeva la stanzetta mia;

L'ali già in terra avevi,

E lo sapevi,

Perché dal babbo sei volata via.




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