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Remigio Zena
Poesie grigie

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  • LIBRO III     AI MIEI FRATELLI DEDICO QUESTO LIBRO CHE NON È COMMEDIA E DA ESSI LO INTITOLO R. Z.
    • 10.   PULCINELLA
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10.

 

PULCINELLA

 

Alla memoria di PETITO.

 

Dimmi, povero scheletro,

Che fa nell'altro mondo

Quel tuo bizzaro spirito?

Viaggia vagabondo

Nel caos buio, eterno,

Nel cielo o nell'inferno?

Galoppa in mezzo ai turbini

Tra i soli e le comete,

O riposa e sonnecchia

In placida quïete?

 

Ricorda ancor la maschera

Che gli copriva il viso?

Agli angeli od ai demoni

Desta sul labbro il riso,

Ripetendo le lubriche

Facezie della scena

Onde allettava il popolo

L'inesauribil vena?

Nel regno della morte

Rimpiange la sua sorte?

 

  *

*   *

 

Pulcinella, dai lazzari

Plausi e corone avesti,

Per anni ed anni interprete

Dell'allegria ti festi

Con motti ripetuti

Oscenamente arguti,

Ma anche per te si svolsero

Giornate dolorose,

Le tue corone olimpiche

Non furono di rose.

 

Non so di : tra gli uomini

Certo fosti infelice;

Del rider tuo lo spasimo

Lingua mortal non dice,

Spasimo soffocato

Nell'orgia del peccato.

Morto sul palcoscenico,

Solo tuo premio fu

Senta agonia discendere

Nel numero dei più.

 

  *

*   *

 

Cadesti sulla breccia

Con un cencio sul volto

Mentre a' tuoi lazzi il pubblico,

In teatro raccolto,

Sghignazzava, dimentico

D'essere nato al pianto

Ed annegava udendoti

L'idea del camposanto,

Questa rancida idea,

Che atterra e che ricrea.

 

Ma al lugubre spettacolo

La platea fu commossa,

Pensando che al proscenio

vicina è la fossa;

Esclamò un giornalista

Che eri morto da artista,

Di te scrisse la cronaca

Fra doppia riga nera,

Di te parlossi a Napoli

Una giornata intera.

 

  *

*   *

 

Or ludibrio dei vermini

E dalla terra oppresso,

Marcisci senza lapide

All'ombra d'un cipresso,

Sperando invano un requie

Da chi ti fe' le esequie;

E sai? colla tua maschera

Ironia del destino? —

­Stassera un tuo discepolo

Recita al San Carlino!

 

Perchè su quelle tavole

Nell'età tua più bella,

Salisti colla lurida

Veste del Pulcinella?

Era di gloria un sogno,

Cupidigia o bisogno?

Nol so, ma la miseria

T'afflisse senza tregua,

Ed il tuo nome in nebbia

Fin d'oggi si dilegua.

 

  *

*   *

 

Strano mister! somiglia

La nostra alla tua vita.

Noi, come te, coll'anima

Piagata, inviperita

E dai rimorsi fiacca,

Vestiam la tua casacca;

In petto il cuor ci sanguina

Ma, istrïoni codardi,

Moriam sul palcoscenico,

Ridicoli e bugiardi!

 

Rotto del libro mistico

Il settimo sigillo,

Delle trombe serafiche

Quando si udrà lo squillo,

Morti, perchè raccogliere

Qua e le sparse ossa?

Sol Pulcinella sveglisi,

Sorga ei sol dalla fossa:

Di voi è il commediante

Degno rappresentante.

 

(Aprile 76)




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