12.
QUESTIONE D'ARTE
Passeggiavo
in un chiostro umido e tetro,
Fin dai tempi deserto
Del primo Console.
I finestroni vedovi di vetro
Faceano un buco nel cielo,
coperto
Già dal
crepuscolo.
Risuonavano
i lunghi porticati,
Eran grommosi i muri,
Rotte le mensole.
Si vedevan qua e là d'angeli
e frati,
Sotto una crosta, negli
anditi oscuri
Spuntar
le imagini.
Opprimeva
il silenzio a quando a quando
Interrotto da acuto
Sinistro sibilo
D'una biscia che, tra l'erbe
strisciando,
Era signora di quel luogo
muto
Sola tra
i ruderi.
E chi
strappovvi alla vita serena
Del monistero vostro,
Poveri monaci?
Chi stracciò la vetusta
pergamena,
Elenco dei priori in questo
chiostro
Per sette
secoli?
Ma la
vostra memoria non tramonta;
Tutto di voi qui parla,
E marmi e polvere
Ancor del vostro piè recan
l'impronta,
Nè, temerario, valse a
cancellarla
Il tempo
o il vandalo.
Mi par
vedere un curvo fraticello
Dalla barba d'argento
E in bianca tonaca,
Frettoloso calar
nell'orticello
E coltivar con fino
accorgimento
Il mirto
e il dittamo.
Mi par vederne
un altro che in disparte
Siede nell'ampia sala
Piena di codici,
E va studiando sulle sacre
carte,
Mentre un novizio, ritto
sulla scala,
I libri
spolvera.
E un
altro ancor che sotto la finestra
Minia a caldi colori
Un Evangelio,
Nè leva gli occhi e colla
man maestra
Angeli e stelle intreccia e
santi e fiori
Alle
maiuscole.
Passaste,
o frati. Sull'alpestre vetta
Torreggian minacciose
Le mura grigie:
Dopo il tramonto, le
fanciulle in fretta,
Senza guardarle, corron
paurose
Biasciando
un requiem.
Nè tornerete.
Distrurrà il convento
Non del tempo la falce;
Questi archi gotici
Che in marmo s'innalzâr nel
millecento,
Daranno il posto a splendida
di calce
Casa
idropatica.
Verrà,
verrà qui l'avido impresario
Colla sua maramaglia,
E senza scrupoli
Seco trarrà il progresso
refrattario.
O avrà comprato cotesta
anticaglia
All'asta
pubblica
Per
tener compagnia ai sorci e ai grilli?
L'arte nuova rinasca
Sull'arte rancida
Dei nostri nonni e dei frati
imbecilli!
Oh come starà bene una gran
vasca
Sotto la
cupola!
Le
svelte colonnette e gli architravi
Si adagin piano piano
Nel peristilio.
L'inglese ancora, ammirator
degli avi,
Toglie, pagando, al picco
del profano
Gli
avanzi artistici.
Dei
frati morti nel secolo bello,
Sotto il suol della chiesa
Stanno i sarcofaghi. —
Quando udirete i colpi di
martello,
A domandar ragione
dell'offesa
Sorgete,
o scheletri!
|