13.
DORMIRE E SOGNARE
I
Che
blande visioni di bimbi, di stelle,
Di bianchi fantasmi,
d'azzurro, di fior,
Di cieli infiniti, di
vergini belle
Volanti, danzanti fra nuvole
d'ôr!
Che
blande visioni d'un mondo celeste
Al quale, sognando, anela il
desir!
Che luce smagliante le
plaghe riveste,
Che murmure vago di baci e
sospir!
Saran
rimembranze di patria ignorata
Che a noi, nascituri,
albergo diè già?
Saranno riflussi di vita
passata
Da mille e più secoli nel
mondo di là?
Coll'ali
alle spalle levarsi dal loto
E come le rondini pel cielo
volar,
Levarsi più in alto,
scrutare l'ignoto,
La luna e le stelle col dito
toccar,
Sentir
nelle vene la vampa segreta,
Rispondere a un bacio, nel
bacio morir,
Fra i mille strilloni
sentirsi poeta,
Che sogno beato, che immenso
gioir!
II.
Che
notte profonda, che oscura vallea,
Di rospi, di gnomi che ridda
laggiù!
Il Sabba sul Brocken che
Göethe scrivea
La ciurma infernale ripete
quassù.
Che
brutta visione d'un mondo sotterra
Dal quale sognando, rifugge
il desir!
Di strilli e bestemmie
rimbomba la terra,
Di risa convulse, di lunghi
sospir.
Di
Bürger e d'Hoffmann le strane leggende
Acquistano vita, più strane
si fan,
Di scheletri e streghe
rabbiosa s'accende
La danza macabra, l'osceno
cancan.
Distesa
sul letto, dal drappo coperta,
In funebre stanza l'amante
veder,
Di monte scosceso salire per
l'erta
E poi dall'altezza nell'imo
cader,
Col peso
d'un incubo che grava sul petto
Chiamare soccorso non farsi
sentir,
Dal porto agognato vedersi
reietto,
Che sogno affannoso, che
immenso soffrir!
III
Ma in
plumbea quiete lo spirito anch'esso
Col corpo che posa, dormente
si sta;
La luce aspettando,
brevissimo amplesso,
Sorella del sonno, la morte
gli dà.
Mi pare
dormendo posarmene in pace,
Mi pare sognando godere e
penar....
Oh in calma suprema di notte
che tace
Dormire per sempre, per
sempre affogar!
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