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Remigio Zena
Poesie grigie

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  • LIBRO I   LA COMMEDIA
    • 21.   LA RISURREZIONE
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21.

 

LA RISURREZIONE

 

 

Domani è Pasqua. Ridon le azalee

Nelle giovani aiuole,

Di speranza e di sole

Illuminate, ridono le idee.

 

L'organo canta, squilla la fanfara

Nel mio cuore risorto,

Oh benedetto il morto

Che le tavole infrange della bara!

 

Vivo! vivo alla luce dell'amore

Che squarciò la mia notte,

Delle funeree lotte

È l'amor che m'ha fatto vincitore.

 

Come è serena questa vita mia

Tanto ieri sprezzata

Ed oggi avviluppata

Da una gloria di raggi e d'armonia!

 

Vasti orizzonti, splendide visioni

L'entusiasmo m'accenna,

Sgorgano dalla penna

Nuovi metri e nuovissime canzoni.

 

Pace a voi, miei fratelli; non v'assorda

L'urlo del baccanale?

Lassù c'è l'ideale,

Oh fratelli, oh poeti : sursum corda!

 

Pace, o Stecchetti; il tuo livido canto

Non sarà mai di festa?

In mezzo alla tempesta

Mai ti consola l'iride del pianto,

 

Del pianto che dileguasi in preghiera

E in letizia si muta?

Anche per te venuta

È l'ora di cantar la primavera.

 

Risuscitato al , com'io lo sono,

E beato di vivere,

M'insegnerai a scrivere

I canti dell'amore e del perdono.




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