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Remigio Zena
Poesie grigie

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  • LIBRO II.   ACQUE-FORTI.
    • 23.   SULLE VENTIQUATTRO
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23.

 

SULLE VENTIQUATTRO

 

 

Là dove tocca il cielo, la montagna

Nell'oro del crepuscolo si bagna;

I serotini cirri di bambagia

Ardon, gonfi di sole, come bragia.

 

Ma qui dove si avalla la campagna,

Già la nebbia del vespero s'adagia

E esala un malinconico profumo.

 

Le case s'impennacchiano di fumo,

Nei sentieri, filando alla conocchia,

Gorgheggian le fanciulle uno stornello.

 

E il pievan dalle tremule ginocchia,

Passo passo tornando alla parrocchia,

Batte la solfa col suo bastoncello,

Tra un'antifona e l'altra, al ritornello.

 

(Mazzè Canavese).

 




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