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Remigio Zena Poesie grigie IntraText CT - Lettura del testo |
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2.
NATALE
Gridate al miracolo, Purissimi cerberi Che avete iu custodia Coll'arte il pensiero; Del nostro cenacolo Son bianchi i riverberi, Stanotte non odia La Musa del vero.
Stanotte pei vandali Che l'arte calpestano, Non usa i rimproveri, Risparmia i flagelli; Stanotte i suoi sandali Chi dorme non destano, Dai loro ricoveri Non trae i pipistrelli.
Non vede il diluvio Di pianto e di cenere Che nella caligine La terra fa brulla, Respira l'effluvio Di mammole tenere E in santa vertigine Ritorna fanciulla.
Gridate al miracolo, Castissimi cerberi, Esala il turibolo Profumo di fede. Del nostro cenacolo Son puri i riverberi, Al fiasco, al postribolo L'obblìo non si chiede.
Noi pure - i frenetici Bambini decrepiti – La pace purifica Che in cuor ci si desta; Ci sembran poetici Gl'insoliti strepiti, Ci sembra magnifica La garrula festa.
Oh diafane storie, Oh voci dell'organo! Si spande dai mantici La vita e l'osanna. Le spente memorie Ci par che risorgano Col volo dei cantici Sull'umil capanna.
Natale! in famiglia Gli screzi si elidono, Le mense sfavillano Pel pranzo solenne; Bagnate le ciglia I nonni sorridono, I bamboli strillano Baciando le strenne.
È pace che irradia, Son gaudi ineffabili; Stanotte si avverano Le antiche promesse. Beliamo in Arcadia Noi pur - gli implacabili! Con quelli che sperano Sentiam le tre messe. |
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