Malattia grave
dell'ideale è lo scetticismo. Lo scettico è un disgraziato che non seppe uscire
dal conflitto fra il reale e l'ideale. È un debole che si crede forte.
L'ideale esiste, si afferma,
crea, è una potenza ed una fecondazione. Lo scetticismo non è altro che una
parola inventata per applicare un titolo pomposo ad uno stato patologico.
Le scettico mi fa insieme paura
e compassione; paura per gli altri a cui egli nuocerà senza alcun dubbio;
compassione per lui che soffre e soffrirà finchè vive.
Una caratteristica dello
scettico è la menzogna. Egli mente continuamente, mente a sè stesso, mente
quando afferma di non credere, di non sentire, di non amare nulla. Egli soffre
piuttosto del pensare e dell'amare, è ammalato nel cervello ed ammalato nel
sentimento. Conscio della sua infermità, si toglie presto dal mondo e va a
morire solo, come fanno gli animali quando sono feriti a morte.
Questo è lo scettico onesto.
Ma vi è una turba di pretesi
scettici, gente viziosa ed infeconda, generalmente giovani privi di vero
ingegno, i quali si acconciano volentieri allo scetticismo che dubitando di
tutto si presta mirabilmente al far nulla.
Colla scusa di non credere si
rifiutano ad amare, a lavorare, e concentrano le loro facoltà psichiche in un
ghigno beffardo che vorrebbe esser mefistofelico.
Questi sciocchi fanciulli che
noi vediamo declamare contro tutto ciò che è nobile e santo, negando la virtù
pel solo fatto che essi hanno tuffato il naso nel vizio, ci muovono a schifo.
Il loro caso isolato sarà, non nego, l'accenno ad una infezione, ma l'esistenza
degli ammalati non ha mai fatto paura ai sani e la rotta dei deboli non deve
scoraggiare i valorosi.
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