Regge e conserva ogni facoltà
umana, fisica e morale, l'economia.
Lo spreco del denaro conduce
alla miseria, lo spreco dell'intelletto alla pazzia, lo spreco del sentimento
alla dabbenaggine, lo spreco della salute alla morte.
Nulla di troppo nè di poco è la
formula d'una ben intesa economia.
Sprezzare le ricchezze è una
massima un po' vaga. Il denaro è una forza e nessuna forza va disprezzata.
Spregevole è solamente la ricchezza in mano degli sciocchi, degli egoisti,
degli ignoranti. Chi ha senno sa trarre dalla ricchezza diletto e virtù. Ottimo
procedimento per avere sempre denari è quello di limitare i propri bisogni, e
massima invariabile, intangibile: Non fare debiti.
L'avarizia sola è vizio;
l'economia è ordine e armonia.
Dicendo questo penso che cosa
succederebbe del mondo, ove appunto tutto è ordine ed armonia, se la terra
sprecando le ore fissate al suo giro ci mostrasse il sole oggi alle dieci del
mattino, domani a mezzogiorno e poi alle quattro. O se gli astri, divenuti
improvvisamente prodighi, versassero ad un tratto tutta la loro luce e tutto il
loro calore.
L'economia degli affetti e delle
sensazioni è sopratutto raccomandabile a voi, giovani, che sprecate spesso
tesori d'entusiasmo per oggetti che non li meritano, che non vi renderanno mai,
neppure nella vil moneta del piacere, tutto ciò che voi perderete per essi di
energia e di idealità. (Altro chicco da riporre, altro segno colla matita
rossa).
L'economia del tempo poi,
riassume e compendia tutte le altre economie. Senza fretta e senza
posa, parmi la sintesi migliore di chiunque voglia lavorare con criterio e
profitto.
Nella Bibbia, quel libro dei
libri, si trova pure: «Vi è tempo per tutto, tempo per ridere e tempo per
piangere, tempo per fare allegrezza e tempo per lavorare.»
Il tempo è la vita: sciupare il
tempo è una specie di suicidio morale. Ed è anche un furto che ci conduce
all'impoverimento del nostro capitale psichico, per cui si vedono tante persone
che giunte al termine della vita trovano di non aver fatto nulla e riportano
intatto alla natura il loro bagaglio di intelligenza, d'affetto e d'operosità:
soldati che tornano dalla guerra senza aver sparato una cartuccia, viaggiatori
che non scesero mai di cocchio.
Costoro sono atomi passivi nella
grande economia della natura.
Il cardinale di Richelieu, che
aveva così fine intelletto politico, soleva dire: «Io e il tempo contro altri
due, chiunque essi sieno!»
Ciò è dare senza dubbio gran
valore al tempo ed a sè stesso.
Ma appunto sopra questi due
valori si appoggia tutto l'edificio delle conquiste umane.
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