Una
caratteristica delle nazioni oneste e culte, è il rispetto della proprietà e
delle opinioni altrui, la quale trova poi nell'individuo la sua più alta
estrinsecazione che è il rispetto di sè stessi.
Credersi degno di grandi imprese
è magnanimità. Rispettarsi e stimarsi è semplicemente dovere. Se ognuno
sentisse vivamente questo dovere, non si avrebbe la curiosa contraddizione che,
mentre nel giudicare gli altri la nostra opinione ci sembra inappellabile,
quando si tratta di portar giudizio sopra noi stessi ce ne rimettiamo
facilmente al parere altrui, tenendoci da molto o da poco secondo che ci
voglion fare.
Se ci stimassimo in noi e per
noi, avremmo minore smania di apparire gentili, puliti, culti, e maggiore cura
di esserlo.
Infine, preferendo il verdetto
del prossimo al nostro, noi ci diamo una tacita patente di imbecilli.
Se si deve — e si deve senza
dubbio — rispettare l'opinione di tutti, perchè non incominciamo da noi stessi?
Questa è la sola via aperta a quel nobilissimo sentimento umano che è la
dignità; sentimento per cui, anche cadendo, l'uomo superiore non si degrada mai
e porta fin nei luoghi più turpi, fin nelle carceri e sul patibolo, la continua
presenza di sè stesso a sè stesso.
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