Dicono che
l'educazione può tutto, facendo essa ballare gli orsi.
Tuttavia non fa ballare le
foche, ed a queste si accontenta di insegnare i vocalizzi. Ciò sembrerebbe un
avvertimento della natura, la quale permette all'educazione di cacciare sopra i
suoi possessi, ma con riserva.
Infatti si può fare qualche cosa
di un uomo quando sia dotato di intelligenza e di criterio; ma da un rozzo
cretino, da un arido egoista che ne trarrebbe la migliore delle educazioni?
Essa darà solamente la vernice; tegamini da pochi soldi che si screpolano al
primo fuoco.
L'educazione più potente di
tutte, che è la scuola della vita, ha ottenuto prodigi con Franklin, con
Muratori, con Lincoln (falegname, quasi analfabeta, poi presidente degli Stati Uniti),
con Giotto, con Shakspeare, con Sisto V, con Nicola Breakspeare, che cominciò
la vita mendicando per terminarla sul trono pontificale sotto il nome di
Adriano IV — perchè questi uomini avevano in sè la molla che rispondeva, che
scattava all'urto.
Ma gli scolari degli educandati
più coscienziosi son sempre i migliori cittadini, i geni preclari?
E che si può pretendere dal
povero maestro, quando gli si affida un fanciullo stupido, caparbio, materiale,
con tutti gli istinti cattivi e nessuna scintilla nel cervello, nessuna goccia
di sangue generoso?
Non era che ai tempi biblici e
sotto la verga di Mosè che dalle rupi infeconde zampillavano le sorgenti vive.
Oggi non si fanno più miracoli. Ogni conquista è il frutto di lunghi studi, di
pazienti e audaci ricerche.
La pianta-uomo va innestata al
pari delle altre nel profondo, nel midollo.
E noi dobbiamo a noi stessi questo innesto, pensando ai figli
nostri che saranno per tal modo migliori di noi, che faranno fede dell'amore
allargato fuori della persona, nei secoli, nelle generazioni che verranno.
* * *
Quello che manca assai è il
criterio. Se si potesse istituire cattedre di buon senso, allora sì, che
l'istruzione cadrebbe in terreno fecondo.
Ma il criterio è uno dei più
eletti doni della natura; difficilmente si acquista. Tanto è vero che noi
vediamo degli avvocati ragionare come pappagalli, o certe signorine, uscite
dalle scuole superiori, ricche di diplomi e così povere di cervello da far
pietà.
È raro che ingegno, criterio e
cuore si trovino riuniti nello stesso individuo. Per me, se dovessi scegliere
fra questi meriti, lascierei fuori l'ingegno; e se me ne fosse concesso uno
solo tirerei a sorte fra il criterio e il cuore, cercando di pigliare il
criterio.
Non ti sembri eccessiva durezza
la mia nel mettere il criterio a pari meriti col cuore e anco un pochino di
più.
Il cuore da solo fa commettere
molte sciocchezze; quanto all'ingegno esso potrà servire in date occasioni,
mentre il criterio ci occorre tutti i giorni, nelle grandi e nelle piccole
cose, negli affari come negli affetti.
I manicomi sono popolati da
infelici a cui, nella maggioranza dei casi, nè l'ingegno nè il cuore facevano
difetto.
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