Volgendo la
massima dall'altro lato ti dirò ancora: tu non scenderai mai alla bassezza
dell'adulazione.
Molti se ne servono per
leggerezza, per divertirsi alle spalle dei gonzi che ci credono senza nessun
altro scopo che di fare un esperimento. Ma anche questo è male. Non si deve
scherzare colle cose sacre, e la coscienza umana, che una falsa lode può turbare,
è fra le più sacre.
Valersi poi dell'adulazione per
scopo di lucro, per ingraziarsi la benevolenza, per ottenere favori e
parzialità, è uno dei più ignobili traffichi che l'uomo fa del suo io
morale: dopo del quale non m'indigna più chi vende il proprio corpo.
La libertà fisica è priva di
nobiltà e di coraggio quando sovr'essa non è libera l'anima: cioè il pensiero.
E l'anima non potrà mai concedere una porzione di sè stessa ad una causa che
non la persuade solo perchè le torna utile, o ad una persona che non ama, solo
perchè la persona è potente.
Qui, dopo averti quasi promessa
una sola citazione di versi, ti chiedo grazia per una seconda dello stesso
autore; ma così veramente educatrice e degna dell'altra che mi è caro
consegnarle entrambe a queste pagine che portano il tuo nome:
Me non nato a percotere
Le dure illustri porte
Nudo accorrà ma libero,
Il regno della morte.
Non senti tutta la fierezza di questo concetto,
diciamo pure tutto l'orgoglio?
L'orgoglio, vedi? io lo stimo moltissimo
— a parte l'orgoglio dell'asino che portava reliquie e che, vedendo i contadini
inginocchiarsi dietro i suoi passi, rizzava le orecchie credendosi un gran
personaggio.
Il vero orgoglio non si
circoscrive alla meschina compiacenza di sè stessi. Si deve essere orgogliosi
del principio che si professa; orgogliosi non dei meriti che abbiamo, ma del
dovere di portarli altamente e nobilmente.
La modestia dei grandi è una
virtù molto apprezzata dai piccoli, perchè la loro vanità ne esce incolume.
Tuttavia occorre distinguere.
Di fronte all'ideale, ogni uomo
per quanto grande, anzi in ragione del suo valore, proverà quel sentimento di
ritrosia, quasi di rispetto, che è la sola modestia permessa: direi la modestia
naturale.
Si oltrepassa però il limite della
modestia e si entra nel convenzionalismo e nella ipocrisia quando l'uomo grande
o semplicemente superiore, od anche solo onesto, trovandosi di fronte
all'inetto, al birbante, credesi obbligato a farsi loro pari per modestia.
Una modestia che giunge a questo
punto non mi persuade; niente più di quella umiltà che fa presentare la guancia
sinistra dopo di aver ricevuto uno schiaffo sulla destra.
Francamente preferisco
l'orgoglio di Napoleone, quando, mettendosi in capo la corona, getta al mondo
come una sfida le altere parole: guai a chi la tocca! Nelle fibre di un eroe
c'è sempre la stoffa di un orgoglioso.
Ripeto, orgoglioso; non
superbia, non vanità, non iattanza. Soggiungo: orgoglio intimo. E se non
sembrasse un paradosso direi: orgoglio modesto. Deve essere infine un fermo e
giusto convincimento del nostro valore, senza boria, senza offesa per gli
altri.
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