Ciò che rende
anche pericolosa la folla è la varietà della sua composizione, per cui quegli
che resisterebbe ad un elemento soccomberebbe ad un altro.
Vi sono alcuni temperamenti così
potentemente assimilatori che ben si potrebbero rassomigliare ad una spugna, la
quale, nata in mare, beve acqua salata e null'altro desidera o cerca; estratta
dal mare ed appesa ad un chiodo si impregna di polvere; tuffata nell'acqua
dolce, nel latte o nell'acqua di Colonia diventa pulita, candida, profumata;
messa in fondo a un calamaio assorbe l'inchiostro colla stessa facilità.
Di quante persone si può dire
che sono riuscite candide o no, solo per essere cadute in un bagno di latte o
in una bottiglia di inchiostro!
A questo proposito è facile
sentire un buon uomo che vive di rendita, che ha sempre il suo letto rifatto e
la tavola apparecchiata, sentirlo inveire contro il fatto diverso del suo
giornale, dove si narra che un disperato mezzo morto di fame ha osato rubare.
Rubare? Ma che si canzona?
E quelli che gridano, alle
frutta: non si deve aver paura: l'uomo pauroso io lo disprezzo! Ma essi, per
loro conto, non sono mai stati in battaglia, non hanno aiutato a spegnere
nessun incendio, non si sono gettati in fiume per salvare un naufrago, non
hanno assistito un coleroso; non ebbero infine nessuna ragione per provare nè a
sè stessi nè agli altri il proprio coraggio.
Solo chi ha combattuto, chi ha
sofferto, chi ha resistito può alzare la fronte in mezzo alla folla, ripetendo:
Odi profanum vulgus et arceo.
* * *
|