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Neera Il libro di mio figlio IntraText CT - Lettura del testo |
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Certuni, sotto pretesto di esser sinceri, lasciano trasparire qualunque brutto movimento dell'animo; e se capita a trovarli in un'ora di malumore un amico, non gli nascondono la loro contrarietà, adducendo che già sono franchi e non sanno fingere. — Mi trovi più sincero che obbligante, — dicono. E dall'aria soddisfatta, altera, traspare l'intima loro persuasione di essere qualche cosa, di avere un carattere. Ma la sincerità rozza, egoistica, non è una virtù, non è franchezza, non è sincerità; è semplicemente cattiva educazione. In tale caso e in tutti i consimili è facile capire che c'è molto maggior merito a frenarsi ed a coprire con un po' di discrezione la sfacciata nudità di un vero che non giova ad alcuno. Non si può nemmeno immaginare che nella nostra società raffinata, l'integrità del carattere possa bastare a rendere accetta una persona triviale. È indispensabile un po' di amabilità, perchè se le persone intelligenti potrebbero stimarti egualmente anche se privo di quella, il numero infinito dei vani, dei poveri di spirito, dei cervelli limitati, non te la perdonerebbero mai. M'aspetto questa interruzione: «Che importa a me di costoro?» Niente, lo so. Ma se puoi fare a meno del loro giudizio, essi sono troppo numerosi perchè non ti possa occorrere talvolta l'opera loro. Non dunque come giudici, ma come strumenti ti terrai amici anche costoro; e non per far piacere ad essi, ma per evitare dispiaceri inutili a te ed a' tuoi cari, darai loro equo tributo di benevolenza.
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