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Aristotele
Etica a Nicomaco

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10. [Conclusioni su continenza e incontinenza].

La stessa persona non può essere insieme saggia e incontinente, giacché si è dimostrato che il saggio è insieme uomo di valore anche nel comportamento. Inoltre, uno è saggio non solo per il fatto di possedere un sapere teorico, ma anche per l’essere capace di metterlo in pratica: ma l’incontinente non è capace di metterlo in pratica. [10] Nulla, invece, impedisce che l’uomo abile sia incontinente, ed è per questo che talora alcuni sono ritenuti saggi ma incontinenti, perché l’abilità differisce dalla saggezza nel modo esposto nei nostri primi ragionamenti 213, nel senso che sono vicini secondo la definizione, ma differiscono per via della scelta. L’incontinente, quindi, non è come quello che conosce e contempla, [15] ma come colui che dorme o è ubriaco. E agisce volontariamente (infatti, sa in qualche modo che cosa sta facendo ed in vista di che cosa lo fa), ma non è cattivo: la scelta, infatti, è buona; per conseguenza, è cattivo a metà. E non è ingiusto, giacché non è subdolo. Infatti, dei due tipi di incontinenti, l’uno non persiste in ciò che ha deliberato, mentre l’altro, il tipo eccitabile, non delibera affatto. E così [20] l’uomo incontinente assomiglia ad una città che decreta tutto ciò che si deve ed ha buone leggi, ma non le applica per niente, come diceva, scherzando, Anassandride 214:

"Lo voleva la città, cui non importa nulla delle leggi".

L’uomo cattivo, invece, assomiglia ad una città che applica le leggi, ma ne applica di cattive. [25] L’incontinenza e la continenza riguardano ciò che costituisce un eccesso rispetto alla disposizione di carattere della massa: il continente, infatti, persevera di più, l’incontinente di meno di quanto sia nella possibilità della maggioranza degli uomini. Dei due tipi di incontinenza, quello da cui sono affetti gli uomini eccitabili è più facilmente correggibile che non quello di coloro che, sì, deliberano, ma non perseverano, e gli incontinenti per abitudine sono più facilmente correggibili di quelli che lo sono per natura. Infatti, è più facile [30] cambiare un’abitudine che non la natura: è proprio per questo che anche l’abitudine è difficile da cambiare, perché assomiglia alla natura, come dice anche Eveno 215:

"Affermo che l’abitudine è un lungo esercizio, o amico, e che, dunque,

questo finisce con l’essere per gli uomini come una natura" 216.

S’è detto, dunque, che cosa siano continenza e incontinenza, forza di carattere [35] e mollezza, ed in che rapporto stiano fra di loro queste disposizioni.

 




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