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Aristotele Etica a Nicomaco IntraText CT - Lettura del testo |
9. [Il coraggio: osservazioni conclusive].
Se il coraggio è in rapporto con temerarietà e paura, il rapporto [30] non è lo stesso nei due casi, ma riguarda soprattutto le cose che fanno paura. Infatti, è coraggioso chi in queste situazioni rimane imperturbabile, e di fronte ad esse si comporta come si deve, più di quanto non faccia chi si trova in situazioni che ispirano ardire. È, dunque, per il fatto di affrontare le situazioni dolorose, come si è detto, che tali uomini vengono chiamati coraggiosi. Perciò il coraggio comporta anche dolore ed è giusto che venga lodato: infatti, è più difficile [35] affrontare le situazioni dolorose che astenersi dai piaceri. [1117b] Tuttavia si riconoscerà che il fine che il coraggio permette di raggiungere è piacevole, ma che è oscurato dalle circostanze, come avviene anche nelle gare ginniche. Per i pugilatori il fine per cui combattono è piacevole (ciò per cui combattono è la corona e gli onori), ma il ricevere colpi è doloroso, dal momento che sono [5] di carne, e penoso è tutto l’allenamento. E poiché le cose dolorose sono molte, mentre il fine è piccola cosa, esso sembra non avere niente di piacevole. Se, dunque, la situazione è tale anche nel caso del coraggio, la morte e le ferite saranno dolorose per l’uomo coraggioso, che le subirà contro voglia, ma le affronterà perché è bello affrontarle, ovvero perché è brutto non farlo. E [10] quanto più completa sarà la virtù che possiede e quanto più sarà felice, tanto più soffrirà di fronte alla morte: è per un uomo simile, soprattutto, che la vita è degna di essere vissuta, ed è lui che sarà privato dalla morte dei beni più grandi, e lo sa; e ciò è doloroso. Ma non è affatto meno coraggioso, anzi, forse lo è anche di più, perché [15] sceglie, in cambio di quei beni, ciò che in guerra è bello. Dunque, non a tutte le virtù appartiene la proprietà di essere esercitate piacevolmente, se non nella misura in cui con esse si raggiunge il fine. Se si tratta poi di soldati, niente, certo, impedisce che, di fatto, i migliori non siano i soldati di questo tipo, bensì quelli meno coraggiosi, ma che non hanno alcun altro bene: questi ultimi infatti sono pronti di fronte ai pericoli, e [20] barattano la loro vita in cambio di piccoli guadagni. Orbene, per quanto riguarda il coraggio basti quanto si è fin qui detto: non è difficile, in base a quanto abbiamo detto, comprendere che cos’è, almeno sommariamente.