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Aristotele
Etica a Nicomaco

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2. [Analisi e discussione delle opinioni correnti].

(1) Ci si potrebbe porre ora la questione: come può compiere atti di incontinenza uno che giudichi rettamente? Ora, alcuni dicono che ciò non è possibile quando si possiede la scienza: sarebbe strano (così pensava Socrate) che, quando in un uomo ci fosse la scienza, ci fosse poi qualche altra cosa che la padroneggia e la trascina qua e là come una schiava. [25] Socrate si opponeva totalmente a questa concezione, nella persuasione che non esiste incontinenza: secondo lui, infatti, nessuno agisce in contrasto con ciò che è il meglio in base ad un giudizio consapevole, ma solo per ignoranza. Questa teoria contraddice i dati d’esperienza in modo lampante, e si deve indagare, nell’ipotesi che questo stato passionale derivi dall’ignoranza, quale sia il tipo dell’ignoranza che sopravviene. [30] In effetti, colui che compie atti di incontinenza non pensa di dover agire in quel modo prima di trovarsi in questo stato passionale. Ma ci sono alcuni che in parte accettano e in parte no questa teoria: sono d’accordo sul fatto che niente è più forte della scienza ma non sul fatto che nessuno agisca in modo contrastante con l’opinione migliore, e per questo affermano che l’incontinente [35] non possiede scienza quando si lascia dominare dai piaceri, ma solo opinione. Ma se si tratta di opinione e non di scienza, se non è una convinzione [1146a] forte che si oppone ai piaceri, ma una debole, come succede a coloro che sono incerti, c’è indulgenza per il non riuscire a rimanere saldi in quelle opinioni di fronte all’attacco dei desideri intensi: non c’è indulgenza, invece, per la perversità, né per alcun altro atteggiamento biasimevole. Allora è forse la saggezza che si oppone ai piaceri? [5] Questa, infatti, è molto forte. Ma è assurdo: lo stesso uomo, infatti, sarà insieme saggio e incontinente, ma nessuno dirà che è proprio del saggio commettere volontariamente le azioni più basse. Ed oltre a ciò abbiamo mostrato prima che il saggio sa agire bene in pratica (è un uomo impegnato nei fatti particolari) e che possiede tutte le altre virtù.

(2) Inoltre, se [10] l'uomo continente è tale in presenza di desideri violenti e bassi, l’uomo temperante non sarà continente, né l’uomo continente sarà temperante: infatti, è proprio dell’uomo temperante l’avere desideri non eccessivi né bassi. Ma, certo, l’uomo continente deve averli: se, infatti, i desideri sono buoni, cattiva è la disposizione che impedisce di seguirli, cosicché la continenza non sarà sempre [15] virtuosa: se i desideri sono deboli e non bassi, non c’è niente di glorioso <nel dominarli>, e se sono bassi e deboli, non c’è niente di grande.

(3) Inoltre, se la continenza rende capaci di rimanere saldi in qualche opinione, sarà cattiva nel caso, per esempio, in cui ci faccia rimaner saldi in una opinione falsa. E se l’incontinenza rende facili ad abbandonare qualsiasi opinione, ci sarà una specie virtuosa di incontinenza, come nel caso del Neottolemo di Sofocle nel Filottete 184: egli è da lodare, infatti, perché non persiste, [20] poiché gli dispiace mentire, in ciò di cui Ulisse l’ha persuaso.

(4) Inoltre, il ragionamento sofistico contiene una aporia: infatti, per il voler confutare con dei paradossi, per essere considerati abili, quando ci riescono, il ragionamento che ne risulta diventa un’aporia: [25] il pensiero rimane legato, infatti, quando da una parte non vuole restar fermo perché non gli piace la conclusione, e dall’altra non può procedere perché non ha strumenti per sciogliere le difficoltà dell’argomento. Dunque, succede che c’è un argomento in base al quale la stoltezza congiunta con l’incontinenza è virtù: infatti, l’uomo, a causa dell’incontinenza, compie le azioni contrarie a quelle che giudica di dover compiere, ma d’altra parte giudica che le buone [30] siano cattive e che non si debbano compiere, cosicché compirà le buone e non le cattive.

(5) Inoltre, chi agisce con convinzione e persegue e sceglie ciò che è piacevole, potrebbe essere ritenuto migliore di chi agisce così non per calcolo, ma per incontinenza: infatti, il primo risulterebbe più facile da guarire, perché si lascia indurre a cambiare persuasione. Invece, all’incontinente, si può applicare il proverbio [35] che dice: "Quando è l’acqua che soffoca, che cosa bisogna berci su?". Se egli, infatti, [1146b] era persuaso di dover fare quello che fa, dovrebbe smettere di farlo, una volta che abbia mutato la sua persuasione; ora, invece, pur essendo persuaso di dover fare una cosa, non di meno ne fa un’altra 185.

(6) Inoltre, se incontinenza e continenza riguardano ogni tipo di oggetto, chi è incontinente in senso, assoluto? Nessuno, infatti, possiede tutte le forme di incontinenza, ma diciamo che alcuni sono incontinenti [5] in senso assoluto. Tali, dunque, sono, pressappoco, le aporie che sorgono in questo campo, ma di queste alcune sono da scartare, altre da conservare, giacché risolvere un’aporia significa trovare la verità.

 




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