CAPITOLO
LXVII.
Il modo e ordine a lavorare in muro, cioè
in fresco, e di colorire o incarnare viso giovenile.
Col nome della Santissima Trinità ti voglio
mettere al colorire.
Principalmente comincio a lavorare in muro, del quale t'informo che modi
dèi tenere a passo a passo. Quando vuoi lavorare in muro (ch'è 'l più dolce e
il più vago lavorare che sia), prima abbi calcina e sabbione, tamigiata bene
l'una e l'altra. E se la calcina è ben grassa e fresca, richiede le due parti
sabbione, la terza parte calcina. E intridili bene insieme con acqua, e tanta
ne intridi, che ti duri quindici dì o venti. E lasciala riposare qualche dì,
tanto che n'esca il fuoco: ché quando è così focosa, scoppia poi lo 'ntonaco
che fai. Quando se' per ismaltare, spazza bene prima il muro, e bagnalo bene,
ché non può essere troppo bagnato; e togli la calcina tua ben rimenata a
cazzuola a cazzuola; e smalta prima una volta o due, tanto che vegna piano lo
'ntonaco sopra il muro. Poi, quando vuoi lavorare, abbi prima a mente di fare
questo smalto bene arricciato, e un poco rasposo. Poi, secondo la storia o
figura che de' fare, se lo intonaco è secco, togli il carbone, e disegna, e
componi, e cogli bene ogni tuo' misura, battendo prima alcun filo, pigliando i
mezzi degli spazi. Poi batterne alcuno, e coglierne i piani. E a questo che
batti per lo mezzo, a cogliere il piano, vuole essere uno piombino da piè del
filo. E poi metti il sesto grande, l'una punta in sul detto filo: e volgi il
sesto mezzo tondo dal lato di sotto; poi metti la punta del sesto in sulla
croce del mezzo dell'un filo e dell'altro, e fa' l'altro mezzo tondo dal lato
di sopra, e troverrai che dalla man diritta hai, per gli fili che si scontrano,
fatto una crocetta per costante, dalla man zanca metti il filo da battere, che
dia propio in su tuttadue le crocette: e troverai il tuo filo essere piano a
livello. Poi componi col carbone, come detto ho, storie o figure; e guida i
tuo' spazj sempre gualivi, o uguali. Poi piglia un pennello piccolo e pontìo di
setole, con un poco d'ocria, senza tempera, liquida come acqua; e va' ritraendo
e disegnando le tue figure, aombrando come arai fatto con acquerelle quando
imparavi a disegnare. Poi togli un mazzo di penne, e spazza bene il disegno del
carbone.
Poi
togli un poco di sinopia senza tempera, e col pennello puntìo sottile va'
tratteggiando nasi, occhi e capellature, e tutte stremità e intorni di figure;
e fa' che queste figure sieno bene compartite con ogni misura, perché queste ti
fanno cognoscere e provedere delle figure che hai a colorire. Poi fa' prima i
tuoi fregi, o altre cose che voglia fare d'attorno, e come a te convien torre della
calcina predetta, ben rimenata con zappa e con cazzuola, per ordine che paia
unguento. Poi considera in te medesimo quanto il dì puoi lavorare; ché quello
che smalti, ti convien finire in quel dì. È vero che alcuna volta di verno, a
tempo di umido, lavorando in muro di pietra, alcuna volta sostiene lo smalto
fresco in nell'altro dì. Ma, se puoi, non t'indugiare; perché il lavorare in
fresco, cioè di quel dì, è la più forte tempera e migliore, e 'l più
dilettevole lavorare che si faccia. Adunque smalta un pezzo d'intonaco
sottiletto (e non troppo) e ben piano, bagnando prima lo 'ntonaco vecchio. Poi
abbi il tuo pennello di setole grosse in mano, intingilo nell'acqua chiara;
battilo e bagna sopra il tuo smalto; e al tondo, con un'assicella di larghezza
di una palma di mano, va' fregando su per lo 'ntonaco ben bagnato, acciò che
l'assicella predetta sia donna di levare dove fosse troppa calcina, o porre
dove ne mancasse, e spianare bene il tuo smalto. Poi bagna il detto smalto col
detto pennello, se bisogno n'ha; e colla punta della tua cazzuola, ben piana e
ben pulita, la va' fregando su per lo intonaco. Poi batti le tuo' fila
dell'ordine, e misura lo prima fatto allo 'ntonaco di sotto. E facciamo ragione
che abbi a fare per dì solo una testa di Santa o di Santo giovane, sì come è
quella di Nostra Donna santissima. Come hai pulita così la calcina del tuo
smalto, abbi uno vasellino invetriato; ché tutti i vaselli vogliono essere
invetriati, ritratti come il migliuolo o ver bicchiero, e voglion avere buono e
grave sedere di sotto, acciò che riseggano bene che non si spandessero i
colori. Togli quanto una fava d'ocria scura (ché sono di due ragioni ocrie,
chiare e scure); e se non hai della scura, togli della chiara macinata bene.
Mettila nel detto tuo vasellino, e togli un poco di nero, quanto fusse una
lente; mescola colla detta ocria. Togli un poco di bianco sangiovanni, quanto
una terza fava; togli quanto una punta di coltellino di cinabrese chiara;
mescola con li predetti i colori tutti insieme per ragioni, e fa' il detto
colore corrente e liquido con acqua chiara, senza tempera. Fa' un pennello
sottile acuto di setole liquide e sottili, che entrino su per uno bucciuolo di
penna d'oca; e con questo pennello atteggia il viso che vuoi fare (ricordandoti
che divida il viso in tre parti, cioè la testa, il naso, il mento con la
bocca), e da' col tuo pennello a poco a poco, squasi asciutto, di questo
colore, che si chiama a Firenze verdaccio, a Siena bazzèo. Quando hai dato la
forma del tuo viso, e ti paresse o in le misure, o come si fosse, che non
rispondesse secondo che a te paresse; col pennello grosso di setole, intinto
nell'acqua, fregando su per lo detto intonaco, puoi guastarlo e rimendarlo. Poi
abbi un poco di verdeterra ben liquido, in un altro vasello; e con pennello di
setole, mozzo, premuto col dito grosso e col lungo della man zanca, va' e
comincia a ombrare sotto il mento, e più dalla parte dove dee essere più scuro
il viso, andando ritrovando sotto il labbro della bocca, e in nelle prode della
bocca, sotto il naso; e dal lato sotto le ciglia, forte verso il naso; un poco
nella fine dell'occhio verso le orecchie: e così con sentimento ricercare tutto
'l viso e le mani dove ha essere incarnazione. Poi abbi un pennello aguzzo di
vaio, e va' rifermando bene ogni contorno (naso, occhi, labbri, e orecchie), di
questo verdaccio. Alcuni maestri sono che adesso, stando il viso in questa
forma, tolgono un poco di bianco sangiovanni, stemperato con acqua; e vanno
cercando le sommità e rilievi del detto volto bene per ordine; poi danno una
rossetta ne' labbri e nelle gote cotali meluzzine; poi vanno sopra con un poco
d'acquerella, cioè incarnazione, bene liquida; e rimane colorito. Toccandolo
poi sopra i rilievi d'un poco di bianco, è buon modo. Alcuni campeggiano il
volto d'incarnazione, prima; poi vanno ritrovando con un poco di verdaccio e
incarnazione, toccandolo con alcuno bianchetto: e riman fatto. Questo è un modo
di quelli che sanno poco dell'arte: ma tieni questo modo, di ciò che ti
dimosterrò del colorire; però che Giotto, il gran maestro, tenea così. Lui ebbe
per suo discepolo Taddeo Gaddi fiorentino anni ventiquattro; ed era suo
figlioccio; Taddeo ebbe Agnolo suo figliuolo; Agnolo ebbe me anni dodici: onde
mi mise in questo modo del colorire; el quale Agnolo colorì molto più vago e
fresco che non fe' Taddeo suo padre.
Prima
abbia un vasellino: mettivi dentro, piccola cosa che basta, d'un poco di bianco
sangiovanni, e un poco di cinabrese chiara, squasi tanto dell'uno quanto
dell'altro. Con acqua chiara stempera ben liquidetto; con pennello di setole
morbido, e ben premuto con le dita, detto di sopra, va' sopra il tuo viso,
quando l'hai lasciato tocco di verdeterra; e con questa rossetta tocca i
labbri, e le meluzze delle gote. El mio maestro usava ponere queste meluzze più
in ver le orecchie che verso il naso, perché aiutano a dare rilievo al viso; e
sfummava le dette meluzze d'attorno. Poi abbi tre vasellini, i quali dividi in
tre parti d'incarnazione; che la più scura, sia per la metà più chiara che la
rossetta; e l'altre due di grado in grado più chiara l'una che l'altra. Or
piglia il vasellino della più chiara, e con pennello di setole ben morbido,
mozzetto, togli della detta incarnazione, con le dita premendo il pennello; e
va' ritrovando tutti i rilievi del detto viso. Poi piglia il vasellino della
incarnazione mezzana, e va' ricercando tutti i mezzi del detto viso, e mani e
pie' e imbusto, quando fai uno ignudo. Togli poi il vasellino della terza
incarnazione, e va' nella stremità dell'ombre, lasciando sempre, in nella
stremità, che 'l detto verdeterra non perda suo credito; e per questo modo va'
più volte sfumando l'una incarnazione con l'altra, tanto che rimanga bene
campeggiato, secondo che natura 'l promette. Guar'ti bene, se vuoi che la tua
opera gitti ben fresca, fa' che col tuo pennello non eschi di suo luogo ad ogni
condizione d'incarnazione, se non con bella arte commettere gentilmente l'una
con l'altra. Ma veggendo tu lavorare, e praticare la mano, ti farebbe più
avidente che vederlo per iscrittura. Quando hai date le tue incarnazioni, fanne
un'altra molto più chiara, squasi bianca; e va' con essa su per le ciglia, su
per lo rilievo del naso, su per la sommità del mento e del coverchio
dell'orecchio. Poi togli un pennello di vaio, acuto; e con bianco puro fa' i
bianchi delli occhi, e in su la punta del naso, e un pochettino dalla proda
della bocca, e tocca cotali rilievuzzi, gentili. Poi abbia un poco di negro in
altro vasellino, e con detto pennello profila il contorno delli occhi sopra le luci
delli occhi; e fa' le nari del naso, e buchi dentro dell'orecchie. Poi togli in
un vasellino un poco di sinopia scura, profila gli occhi di sotto, il naso
d'intorno, le ciglia, la bocca; e ombra un poco sotto il labbro di sopra, che
vuole pendere un poco più scuretto che il labbro di sotto. Innanzi che profili
così i dintorni, togli il detto pennello, col verdaccio va' ritoccando le
capellature; poi col detto pennello con bianco va' trovando le dette
capellature; poi piglia un'acquarella di ocria chiara; va' ricoprendo le dette
capellature con pennello mozzo di setole, come incarnassi. Va' poi col detto
pennello ritrovando le stremità con ocria scura; poi va' con un pennelletto di
vaio, acuto, e con ocria chiara e bianco sangiovanni, ritrovando i rilievi della
capellatura. Poi col profilare della sinopia va' ritrovando i contorni e le
stremità della capellatura, come hai fatto il viso, per tutto. E questo ti
basti a un viso giovane.
|