CAPITOLO I.
Nel principio che Iddio onnipotente creò il
cielo e la terra, sopra tutti animali e alimenti creò l'uomo e la donna alla
sua propia immagine, dotandoli di tutte virtù. Poi, per lo inconveniente che
per invidia venne da Lucifero ad Adam, che con sua malizia e segacità lo
ingannò di peccato contro al comandamento di Dio, cioè Eva, e poi Eva Adam;
onde per questo Iddio si crucciò inverso d'Adam, e sì li fe' dall'angelo
cacciare, lui e la sua compagna, fuor del Paradiso, dicendo loro: perché
disubbidito avete el comandamento il quale Iddio vi dètte, per vostre fatiche
ed esercizii vostra vita traporterete. Onde cognoscendo Adam il difetto per lui
commesso, e sendo dotato da Dio sì nobilmente, sì come radice, principio e
padre di tutti noi; rinvenne di sua scienza di bisogno era trovare modo da
vivere manualmente. E così egli incominciò con la zappa, ed Eva col filare. Poi
seguitò molte arti bisognevoli, e differenziate l'una dall'altra; e fu ed è di
maggiore scienza l'una che l'altra; ché tutte non potevano essere uguali; perché
la più degna è la scienza; appresso di quella séguita alcuna discendente da
quella, la quale conviene aver fondamento da quella con operazione di mano: e
questa è un'arte che si chiama dipignere, che conviene avere fantasia, con
operazione di mano, di trovare cose non vedute (cacciandosi sotto ombra di
naturali), e fermarle con la mano, dando a dimostrare quello che non è, sia. E
con ragione merita metterla a sedere in secondo grado alla scienza, e coronarla
di poesia. La ragione è questa: che il poeta, con la scienza prima che ha, il
fa degno e libero di poter comporre e legare insieme sì e no come gli piace,
secondo sua volontà. Per lo simile al dipintore dato è libertà potere comporre
una figura ritta, a sedere, mezzo uomo, mezzo cavallo, sì come gli piace,
secondo sua fantasia. Adunque, o per gran cortesia o per amore, tutte quelle
persone che in loro si sentono via o modo di sapere o di potere aiutare ed
ornare queste principali scienze con qualche gioiello, che realmente senza
alcuna peritezza si mettano innanzi, offerendo alle predette scienze quel poco
sapere che gli ha Iddio dato.
Sì
come piccolo membro essercitante nell'arte di dipintorìa, Cennino di Drea
Cennini da Colle di Valdelsa, nato, fui informato nella detta arte dodici anni
da Agnolo di Taddeo da Firenze mio maestro, il quale imparò la detta arte da
Taddeo suo padre; il quale suo padre fu battezzato da Giotto, e fu suo
discepolo anni ventiquattro. Il quale Giotto rimutò l'arte del dipignere di
greco in latino, e ridusse al moderno; ed ebbe l'arte più compiuta che avessi
mai più nessuno. Per confortar tutti quelli che all'arte vogliono venire, di
quello che a me fu insegnato dal predetto Agnolo mio maestro, nota farò, e di
quello che con mia mano ho provato; principalmente invocando l'alto Iddio
onnipotente, cioè Padre, Figliuolo, Spirito Santo; secondo, quella dilettissima
avvocata di tutti i peccatori Vergine Maria, e di Santo Luca Evangelista, primo
dipintore cristiano, e dell'avvocato mio Santo Eustachio, e generalmente di
tutti i Santi e Sante del paradiso. Amen.
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