Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Paolo Valera I miei dieci anni all'estero IntraText CT - Lettura del testo |
Londra, di notte, è triviale. Dopo la chiusura delle liquorerie e dei restaurants - che avviene alle dodici e mezzo tutti i giorni, esclusi, s'intende, il sabato in cui è proibito bere e mangiare pubblicamente dopo le dodici e la domenica dopo le undici - non trovate che delle sottane invendute, della carne frusta, degli imbuti rasi di alcool e dei piedi stracchi che cercano una pietra di riposo.
Gli ubriachi... Ce n'è dappertutto. Ecco là delle tube che piegano, che barcollano, che si contorcono. Dei cappelli molli che piroettano o barellano o urtano le muraglie o ne gualciscono l'ala contro le colonne dei lampioni del salvagente. Dei guanti mattoni che slargano le dita nel vuoto e tentano d'agguantare una spranga che non trovano.
Dei mantelli che strascicano superbamente sul fango giallo. Delle balzane che si aggrovigliano con delizia nella mota. Del raso bavoso di Shoreditch che incespica e si incatrama nel guazzo.
Sentite. L'aria risuona di ruzzi violenti. Heup! Smith, appoggiato alla casa, rovescia, sulla pietra, sfuriate di whisky scozzese. Heup! Sciiiiii... Jemmy, vomita come un facchino di Billinsgate. Sbatte in mezzo alla strada un pastone di patate spumeggiante di four penny ale - la birra dei pitocchi che costa venti centesimi al recipiente di due pinte.
Indietro. Lasciate passare la truppa delle ladies del marciapiede. Vanno via a zig-zag, ondeggiate dalla gagliardia del brandy spruzzato di porter, cantando oh what a surprise! E sussurrando un motto birbone all'uomo che corre. Sostano. Sally non ne può più. Si riempie la mano di sottane, si curva sulle coscie e piscia come una cavalla. Il policeman va altrove o le dà sulla voce. - Dovreste avere vergogna, dovreste: Polly gli risponde con un petteggiamento di bocca e Sally battendosi la chiappa: «To', questo veh!»
Sull'angolo di Tottenham Court road, dinanzi all'Horse Shoe - un grande magazzino o meglio una grande stazione di prostitute che vanno, vengono, bevono, chiacchierano, frastuonano e ghermiscono più d'una volta l'uomo. - Lizzie precipita come un sacco di salsicce. Essa piange e vomita. Le compagne le dànno la mano. Su, Lizzie. Sta su. Ma lo stomaco è troppo pieno. Ripiega, ricade e recede trullando come una troia. Diventa roba da constabile. Il policeman che i toristi d'Italia chiamano il gentiluomo della specie, le dà quattro puntate forti di scarpa, la scuote furiosamente restando calmo e la rimette in via.
- Andate!
Filando a destra fin dove la via si perde in Hamstead road, vi trovate in mezzo al naufragio sociale. Tutta una gazzarra di stracci. Dei senza casa, dei senz'amici, dei senza dollari, dei senza camicia, dei senza scarpe. Dei dossers (inquilini di locande) che non hanno i quattro pence pel canile in Seven Dials o nelle adiacenze del Drury Lane o di Spitafields. Dei rifiuti di workhouses, (ricoveri). Il cerbero ha sbattuto loro la porta in faccia col full house o ammucchiata come un teatro dello Strand. Delle carcasse puzzolenti, fuori, come lupe, alla caccia del vecchio per non morire di fame. Degli avanzi umani: pigiati gli uni addosso alle altre intorno a quel cane di John - un vecchio orgoglioso di aver perduta una gamba in quel massacro infamemente immortale di Cawnpur,4 dove gli inglesi, il 15 luglio 1857, fatto disgelare il sangue di altre vittime dell'odio nazionale coagulato sulle pietre coll'acqua bollente, obbligarono i prigionieri - udite! udite! - a leccar su, ginocchioni e il sangue e l'acqua prima di impiccarli colla fune o sventrarli a cannonate! E John ne è orgoglioso. Ma già è un tipo questo caffettiere del lastricato di Tottenham Court road. Immaginatevi che squattrina sui poveri e odia la «feccia». Ha nulla da conservare ed è conservatore come il duca di Westminster che possiede quasi mezza Londra. Chiama Gladstone un blackguard o mascalzone e batte le mani a Salisbury, l'attuale presidente dei ministri. Esecra gli irlandesi col furore anglicano. Oh se li esecra! Egli vorrebbe dar loro, invece dell'home rule, un po' di Cromwell e chiama la coercizione un palliativo.
Il suo caffè è del peggiore che possiate bere agli angoli della metropoli. Sente di lisciva. Ma guai a dirglielo. E a non pagarglielo, poi! È capace di svilupparti i doveri dell'individuo verso la proprietà colle sottigliezze e le arguzie di Thiers. Col caffè vi dà delle sleppe di pane stantìo spalmato di burro rancido per un penny e l'uovo verderame per un altro palancone.
Tra le due e mezzo e le tre si mette le terraglie nel cavagno, pianta la macchina sulla carriuola, carica il gessino e via! Se ne va senza dare la felicenotte agli avventori. Ingrato!
In Fleet street, nello Strand, intorno Trafalgar square, in Piccadilly, in Oxford street e giù giù fino a Newgate street, siete perseguitati dagli uomini che vi rincorrono con un bimbo o una bimba sucida tra le braccia, con dei mazzi di fiori languidi, sfogliati, appassiti.
- Prendeteli, signore. Non ho un penny per andare a dormire. E lì vi mette sotto il naso la ditta: il bimbo che gli serve per impietosire i nottamboli. Aggredito a tutti gli svolti, rimanete freddo. Ce ne vorrebbero dei pence! Ma lui non vi abbandona. Voi passate dall'altra parte. E lui dietro. Dietro la vostra spalla, dietro sempre colla nenia del «Dio vi benedica. Sono un padre senza letto». E se dopo dieci, dopo venti passi di pertinacia resistete ancora, si sbottona la violenza, vi stramaledice.
Qua e là, per tutta la Babilonia, incappate nella desolazione. Dei corpi aggomitolati tra le entrate dei negozi, dei gruppi sdraiati nel buio, delle coppie addormentate tra le travi delle fabbriche, delle gambe, giù, sui gradini delle case, delle donne incantucciate ogni dove. O che non ci sia un Sonzogno inglese che dia ai senzaletti uno straccio di sdraio nel dormitorio pubblico, senza far scontar loro il delitto della miseria con 39 ore di «ricovero» e di lavori duri?
E come dorme la pitoccaglia! Sentite. Russano come se fossero in un letto sprimacciato dalla cameriera! Ma ohimé, per poco. Il piede del policeman è implacabile.
A casa!
Ieri sera ho veduto... Ma quante volte ho voluto! Ieri sera un vecchio poveraccio rattrappito, colla schiena sul portone e colle mani sotto le ascelle... Pioveva e faceva freddo. Non voleva alzarsi. «No, lasciatemi dormire. Non ho casa». Ma il piede gli andava continuamente sui piedi. «Su, su vecchio Chap! È tardi».
Se ne andò via strisciando le ciabatte squinternate e dondolando la testa.
Spesso vi imbattete nello strazio. Delle famiglie intere che vanno via stracche nei cenci, strascinandosi, alle calcagna, la minutaglia scalza dei loro amplessi sfortunati.
- Fate la carità a questi bimbi che hanno sonno.
Oppure vi cantano il «Dio protegga la regina» tutti assieme come una persecuzione. - God save the queen.
I fanali che vedete tremolare per le vie o muoversi lungo le arterie di questa immensa bottega che si chiama Londra, sono quelli dei potetomen o degli uomini che offrono delle eccellenti patate cotte sulla graticola dei loro forni di ferro spolverate di pepe e di sale. Come sono buone!
- Patate arrosto! Patate arrosto!
Chi va a casa tardi, chi ha bisogno di sgranchirsi, chi si sente dei vuoti nello stomaco, chi ha una punta di suicidio in gola, non resiste davanti al patativendolo.
- Datemene una.
La prostituta poi, via, delira per la patata. Se non ha danari ve li domanda, e se sei al verde, aspetta fino a quando capita il suo uomo. Ma non va a dormire coll'uzzolo. A costo di darsi al primo carrettiere del Convent Garden che passa.
Sotto il viadotto o meglio ai piedi di Ludgate Hill, dirimpetto al club dei giornalisti sull'angolo di Fleet street, è la venditrice dei trotters o dei piedi di porco o di montone, scorticati e bolliti. Puah! Io non ho saputo ingoiarli.
In piazza di Trafalgar, giù per Euston road, intorno alla chiesa di San Paolo, in Piccadilly, su e giù per Haymarket - il trottatoio delle sottaniere francesi - e dovunque impera la prostituzione, girovagano le carriole di lumache e di ostriche e di pesciolini, importati, sembra, dalla città dei missoltitt.
Il disgusto, la trivialità notturna, è la madre. Oh fa male questa donna seduta sulle calcagna anche quando piove, colla bimba nel grembiale o appesa al capezzolo, che implora l'elemosina. Questa cenciosa che insegue i passanti fino all'alba, che ciabatta tutta notte col fardello delle viscere tra le braccia, che sbuca dalle arcate, dai vicoli, dai viadotti come una malandrina per pitoccare!
Madri britanniche in seta, arrossite!
Aristocrazia ingioiellata eccoti la mia vendetta: contribuisci a farla sparire.