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Paolo Valera I miei dieci anni all'estero IntraText CT - Lettura del testo |
È una vendita clandestina. Nessuno ne sa niente. È una notizia occulta che si sussurra alle orecchie o che si confida senza discutere. È un'invenzione estera. Nessuno ne sa niente. Ci sono i placards per le muraglie. I placards sono eloquenti. La Pall Mall Gazette non scherza. Il moralista non si smentisce. Si giura. C'è un ruffiano che si propone di consegnare due vergini per il tal prezzo, con il certificato medico della verginità intatta. S'intende. Prima di giungere a questo punto si sono fatte molte esperienze. L'autore era un eroe della penna: William Stead. Aveva combattuto molte battaglie del lavoro e della morale. A Chicago, egli aveva disperso molte frasi alla Victor Hugo. «Se Cristo venisse a Chicago», egli aveva detto, parlando delle donne di John Bull. Charles Dilke non si rialzava piú. La Crawford, con la sua confessione, ha eliminato ogni dubbio. Dilke era un porco ufficiale. Ricco, intelligente, parlamentare fin che si voleva, ma sempre pornografo, dedito a tutte le colluttazioni dei piaceri erotici. La donna si è sacrificata. Respinta si è votata al chiostro. Ha dato un addio al mondo. Stead aveva vinto. La vendita avveniva mentre egli lottava per la documentazione. Il Tributo delle Vergini era divenuto una pubblicazione di tutte le classi. La si leggeva con circospezione. Al W.C., tappati in una stanza, o segregati dalle persone dubbiose. Lo Stead non aveva mai servito il pubblico una pubblicazione così documentata. Questa sua cura non gli ha risparmiato un conflitto fra le classi e le masse, fra i costumi e le abitudini, fra la pornografia svergognata, fra i puritani e gli edifici inverecondi. W. Stead ha suscitato il tumulto. Ha messo gli uomini contro gli uomini, le donne contro le donne. Prevaleva l'interesse. Non si vedevano i ruffiani, ma c'era lotta fra di loro. Loro volevano della carne libera da commerciare. Libera carne in libero paese. Si cominciava a rinsavire. In certi ambienti si incominciava a demolire il puritanismo. Era troppo. Si esigeva troppo. Per dieci sterline il brothel keeper del mercato principale prometteva di fornire due vergini, con tanto di certificato medico della loro constatata verginità. Simultaneamente si era diffusa la paura. I vecchi coltivatori di vergini dei quartieri ricchi non alitavano. Lasciavano che la bufera si svolgesse senza di loro. Le chiese avevano spalancate le loro entrate. Si erano messe in azione. I bigotti erano in ginocchio a levare preci al Dio della misericordia. Lo Stead, quantunque proprietario di una rivista di rinomanza, non sfuggiva alla critica che lo aveva addentato come un esecrato denigratore dei propri concittadini e del proprio Paese. È venuto il giorno in cui lo si è messo in prigione per un mese o di più. Gli si trascinarono intorno ai piedi le persone bollate dalla sua collera. In fondo egli era un bigotto. Correva dietro ai libidinosi per agguantarli. Imbarcare una signorina su un yacht per una corsa di piacere poteva diventare nel suo calamaio un delitto sociale. Charles Dilke fu un documento della sua violenza. Egli lo aveva massacrato a colpi di penna. Ricco, arciricco, di una intelligenza parlamentare senza pari, è stato buttato nelle fauci della giustizia perché vi rimanesse inghiottito. Vi trovò la tomba. Le sue ricchezze non valsero nulla. Gladstone, capo dello Stato, non gli ha giovato che a farlo scomparire. Nelle immoralità l'accusatore di Franceschiello è stato una bocca chiusa. Si è conservato il leader del puritanismo vivo. Le negazioni della Crawford contro Sir Charles Dilke non fecero che mettere l'anima pubblica a posto. Il marito della Crawford non ha rinunciato all'indennizzo. Ha insistito nei suoi diritti. La moglie ha convinto tutti. Alla Corte di Giustizia ha domandato il permesso di servirsi della matita per abbozzare l'ambiente. Dilke aveva un bel negare. Essa sapeva scrivere e disegnare come Victor Hugo. Ha descritto l'ambiente dove si ritrovava in casa del Dilke col Dilke. Una volta finito il disegno sono andati tutti assieme a constatare il punto immorale: perfetto! Non si poteva essere più esatti. Sir Charles Dilke non aveva più che la forza per la catastrofe. La sua vita politica era finita. Egli aveva documentato che anche i grandi signori del regno si ubriacavano di libidine al buio, come tutti i porci della vita che pagavano le vergini a sterline coll'intermediario dei ruffiani e delle ruffiane.
È certo. Gli isolani sono cambiati. Vivono degli stessi vizi, delle stesse aspirazioni. Non si conoscevano né i brothels né le harlots. Forse una volta. Quest'ultimo scandalo è stato rivelato dal direttore della Pall Mall Gazette, dallo Stead.
Si attribuiva alla religiosità o al fondaccio di religiosità di Stead questa sua campagna. Era una fiaba che non si conoscessero né bordelli né donne di malaffare. Credo ch'egli si attenesse al mestiere senza dare in alcuna eccessività. Per seguirlo non ci voleva che un po' di buon senso. C'erano troppe sterline nel ventre di Londra perché non ci fosse il traffico della femmina. Bastava Piccadilly Circus perché si vedesse con che accanimento si iniziava tutte le sere il movimento delle aggressioni delle femmine contro i maschi. Il move on tetro del policeman li teneva in freno e impediva loro di sciogliersi riottosamente. La storia che il Regno Unito non conoscesse bordelli e prostitute non era che una fiaba. Roba da cinematografo. Un po' prima si credeva alla virtù della Crawford. Si giurava sui giuramenti di Carlo Dilke. Ma è venuta la matita della Crawford a mettere a posto i personaggi. Tutto è finito in un'oscena descrizione. Il mascalzonismo ha dominato. Ha resistito, si è ostinato. La vendita del Tributo delle Vergini non cessava; triplicava. Le donne che non avevano visto come si era svolto il periodo della vendita delle vergini, se non come un urto commerciale chiamarono quel tempo un affare di dieci sterline. Era un negozio. Si cercavano i ruffiani, le ruffiane. Senza di loro non era possibile nessun affare. Pareva a tutti uno scandalo. La virtù era questa. Per dieci sterline si aveva la certezza; il tenitore del bordello privato prometteva di fornire delle vergini con tanto di certificato medico della constatata verginità. Povero Stead! La sua insistenza a fare uno scandalo sociale con le ragazzotte che non mangiavano ostriche che per servire bene i lordi che le comperavano al buio, è finita in un disastro personale. È affondato con la gente del Titanic, in mezzo agli icebergs dell'oceano.
Non so se la civiltà di Stead fosse più alta di quella dei puritani. Egli era un essere protettivo. Vegliava sui cosidetti deboli: voleva sopprimere i traffici della carne umana e della gozzoviglia dei sensi. La sua agitazione è rimasta con lui. Carlo Dilke fu un'immagine parlamentare con il gusto erotico di seppellirsi negli ambienti propri con le femmine che si adattavano al regno delle sue mascalzonerie.