Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Paolo Valera
Mussolini

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

IX

 

IL COMMEMORATORE

DE «LA COMUNE»

 

Era stato preceduto da Arturo Labriola, oratore vertiginoso che andava con bracciate di episodi in mezzo alla Comune. Benito Mussolini era più sobrio. Faceva capire che per occuparsi della Comune bisognava amare il Terrore, correre dietro agli avvenimenti insurrezionali, divinizzare il patibolo, celebrare i Danton, agitare il 14 Luglio, le date più rosse della storia dei nostri avi. Benito Mussolini con un listone di nomi arrotolato sul dito, andava sulla piattaforma dell'ex Camera del Lavoro di via Crocifisso e agguantava per prima testa quella del refrattario Jules Vallès, presentandola come il campanello presidenziale che stormiva per l'ultima volta nell'ultima seduta della Comune. Je puis mourir, ha detto il grande Jacques Vingtras, nell'ora delle sue recriminazioni. Egli non sapeva più dove rifugiarsi nella grande Parigi. I versagliesi erano rientrati, le fucilazioni continuavano. La Comune non era durata che sessantasei giorni, ma la decimazione si avvicinava alle trentamila teste.

Mussolini continuava dalla piattaforma, senza scalmanarsi, andando avanti e indietro, a documentare. I rientrati peggioravano il grande ambiente. Uccidevano senza pietà. Blanqui aveva fatta tanta prigione da stancare i carcerieri di vederlo. Dopo 28 anni ne erano stufi. La Patrie en Danger fu il suo organo rivoluzionario. Uomo d'azione, era stato condannato a morte. Non poteva vivere senza cospirare. Durante la Comune doveva servire di scambio. L'arcivescovo di Parigi sarebbe stato messo al largo, se i versagliesi avessero liberato Blanqui. Si è indugiato troppo. Le autorità di Versailles tendevano al doppio gioco. Thiers si vendicava. Lo storico borghese aveva avuto in fiamme la casa e la superba biblioteca. Cose atroci che non si capiscono che in momenti rivoluzionari.

Mussolini proseguendo la ricerca delle figure che avevano torreggiato durante la Comune prendeva Jourde — un tipo magnifico di proletario — che si era adattato a maneggiare i milioni della Banca di Francia, senza uscire dalla miseria e lasciando la moglie al fosso a lavare biancheria. La povera donna non si era staccata dalla propria clientela. Il suo marito, delegato alle finanze, non aveva dato ai soldati della rivoluzione che sei sous, buoni per morire di fame. In fondo era un taccagno. I giudici per questa sua taccagneria non sono stati teneri. Lo hanno mandato lo stesso alla Caledonia.

Benito Mussolini aveva una vera attitudine per l'oratoria comunista. Saliva ai culmini. Entrato nei supplizi e negli uragani arroventava l'atmosfera e incendiava il suo uditorio. Si è messo a lavorare Felice Pyat, uno dei collaboratori del '93 di Hubert. Il Pyat era il più conosciuto dei comunardi. Non aveva che sessantun anni. Letterato e scrittore formidabile. Aveva seminato un po' dappertutto i suoi romanzi tragici, affollati di materiale scarlatto. Caligola ucciso da Tasca fu uno dei suoi spettacolosi successi. Era un vecchio che faceva ancora invidia. Ritto, con una bella capigliatura folta, avviata all'ingrigiatura. Aveva l'aria di essere un giornalista passato sul corpo di Victor Hugo. Incominciava il suo giuoco di penna alle cinque. Si riassumeva bene, ma non mai come il maestro. Le cose vedute di Victor Hugo non sono tutte della Parigi comunarda. "La mia fede è democratica; il mio titolo franchezza; la mia esistenza, l'esilio; il mio compito, la vita."

Fu lui che scrisse l'avviso elettorale per la muraglia parigina della Comune.

"Oggi il voto! domani il fucile!

"Non astensioni!

"Contro questa gioventù dorata del '71, figli dei sansculottes del '92, io vi dirò come Desmoulins:

"Elettori, alle vostre urne!

"O come Henriot:

"Cannonieri, ai vostri pezzi!"

La commemorazione mussoliniana è stata frastornata da un applauso fragoroso.

Mussolini riprendeva a celebrare il giornalismo barricadiero.

Il Père Duchêne era un gaillard della strada che aveva con lui molti altri gaillards, pronti a morire. Il suo direttore Raul Rigault era il procuratore generale della Comune. Laureato. Aveva fatto gli studi al collegio di Versailles. Barba nera. Sguardo acuto. Pince-nez. Frequentava il caffè d'Harcourt. Alla mattina prima egli aveva dato l'ordine di sopprimere l'esistenza di Jecker, il banchiere messicano che la Comune aveva messo sotto chiave a Sainte Pelagie per punirlo di avere dato molto denaro al duca di Marny per la costruzione sanguinosa del Due Dicembre. Il suo giustiziere, giovane riottoso, era pedinato dai versagliesi in Parigi. È stato trovato che discendeva, nella via Gay Lussac, da una amante che aveva riveduta per un ultimo bacio.

"Chi siete?"

Rispose aspramente. Indossava un costume di comandante federale con i risvolti rossi. Pochi minuti dopo era in terra, nei guazzi del proprio sangue. Aveva il cranio spaccato in due. Gli misero della paglia nella fessura, per renderlo meno orribile. Per rigenerare rivoluzionariamente la Francia aveva idee di un imperatore romano.

Delescluze fu il delegato della guerra. Figura bassa e melanconica. Vestiva sempre in borghese. Tuba, soprabito grigio, con sciarpa rossa sotto la redingote. Grigio: barba e capelli. Egli era convinto che non ci fosse più nulla da fare. Si è avviato, non si sa dove, a fare un bagno, a mutarsi la biancheria e a indossare i migliori abiti del suo armadio con le scarpe di vernice. Non si sa come sia stato colpito. Si sa solo ch'egli è salito sulla barricata del boulevard Voltaire. È stato trovato cadavere. Aveva indosso un lapis, con manico d'avorio, un orologio d'argento, un bastone dal pomo d'oro. I sepoltori della Comune avrebbero voluto dargli un posto eminente. "Non facciamo un altro Baudin!" disse il generale incaricato della funzione funebre. — Ci sarebbe stata un'altra processione di visitatori.

La chiusa della commemorazione è stata un uragano. Mussolini è uscito nella strada in mezzo ai battimani degli uditori che inneggiavano alla rivoluzione sociale.




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License