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Paolo Valera
Mussolini

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XVI

 

LA PRESA DEL POTERE

 

Egli è unico. Dal pavé Benito Mussolini è passato alla massima presidenza del potere nazionale. Il suo pensiero intimo non è mio. Non so se egli abbia gioito del suo trionfo. Qualche volta se ne soffre. John Burns non ha udito tante acclamazioni. Le folle che lo avevano pensionato coi loro sei pence, non l'hanno più voluto vedere che per manifestargli la loro tiepidezza. Capisco, si trattava d'un altro caso. Mussolini si è scatenato dalle masse mettendosi in bocca l'indice, segno della sua collera. Si è vendicato. Ha dato se stesso ad altre moltitudini. È divenuto possente. Ha sottomesso gli ex compagni con la persecuzione, con le legnate, con i trangugiamenti di violente pozioni di olio di ricino, con le pugnalate, le revolverate per interposta persona o per sostituite persone. Durante le sue spedizioni punitive i governi non avevano influenza su di lui e le sue genti. Parevamo ai tempi delle "gride" manzoniane. Nessuno osava arrestare i bravi del nostro tempo. L'avvocato al quale si ricorreva, respingeva i polli. Era l'uomo che non voleva noie. La circolazione dei deputati veniva interrotta. Si facevano discendere dai treni, subivano ingiunzioni e cambiamenti di territori, si strappavano dalle loro case private. Sputacchiati e schiaffeggiati dappertutto. L'on. Di Vagno fu ucciso di domenica in piena luce, con revolverate alla schiena. Ci sono stati delegati di questura che hanno strappata la potenza legislativa dal panciotto degli onorevoli che volevano farsi proteggere dalla medaglietta.

Chi se ne frega?, rispondevano loro, nell'impeto di rabbia, i commissari di questura.

Chi farà la storia del fascismo e la metterà in circolazione finirà per andare alla ricchezza. Sono episodi irreperibili in tutti i movimenti insurrezionali. Senza questi ordigni di dominazione umana intorno a Robespierre noi saremmo ancora alla ricerca delle virtù giacobine dei Roux, apostoli della strada, accusato poi di furto e indignato al punto di togliersi la vita con un grido. Benito Mussolini ha superato tutto e tutti. Non c'è rivoluzione che lo abbia preceduto o uguagliato. I suoi uomini — tutti giovani — tutti proni ai suoi ordini hanno fatto ardere case, negozi, magazzeni. Hanno bruciato un numero infinito di Camere del Lavoro, come Robespierre ai suoi tempi. Robespierre era antisocialista. Con il fuoco hanno portato lo spavento nelle campagne. Hanno fatto distruggere le messi. Hanno distrutto la vendita delle pubblicazioni rivoluzionarie e socialiste. Hanno affamato migliaia di persone con i bandi. Sono avvenute delle proscrizioni come ai tempi di Silla. La Cremona dei Sacchi, dei Leonida Bissolati e dei Miglioli ha avuto dei Farinacci, atroci Deibler del fascismo. In tempi di civiltà riconquistata i loro nomi saranno sinonimi di orrore sulle muraglie di tutti i comuni. Per dire della potenza dei leaders dell'organizzazione fascista dirò che alcuni giorni prima dell'andata al potere del capo del governo, il futuro sottosegretario di Stato Finzi ha potuto scrivere una lettera contro l'On. D'Aragona, invitante i colleghi in fascismo a strappargli venti peli della sua lunga barba senza sollevare vespai. Nessuno ha fiatato. Mussolini stesso, più cauto di tutti, alla vigilia della chiamata alla reggia, ha emanato un decreto rivoluzionario per ingiungere a tre quotidiani — alla Giustizia, all'Avanti! e al Corriere della Sera — il bavaglio. Forse le rivoluzioni non si fanno che con queste violenze. Tutti credevano che non si trattasse che di una burletta e confidavano nella strafottenza della stampa milanese. Nossignori! L'organo massimo del socialismo ha tenuto chiusa la bocca. Lo stesso Corriere si è sottomesso al bavaglio. Cose incredibili! Il quotidiano più potente della nazione non ha avuto l'orgoglio della rivolta: si è piegato. Sbavagliato, non ha avuto che delle recriminazioni. Non ha avuto ribellioni cerebrali o professionali. Non ha voluto che si versasse sangue per il suo diritto! L'uscita dell'Avanti! è costata una spedizione punitiva di quattro milioni circa. Dieci linotypes nuove sono state ridotte a macchine inservibili. La massa "rivoluzionaria" aveva sconquassato tutto. I caratteri di tipografia erano tutti in terra. Sono state portate via macchine da scrivere, asportati trentasei motori, frantumati tutti i mobili dello stabilimento, buttati dalle finestre il bello e il buono. Le guardie regie al primo assalto serale hanno risposto al fuoco. Ma al mattino alle quattro hanno di sorpresa occupato l'Avanti! Mussolini poche ore dopo era signore e arbitro della situazione. Egli non aveva voluto muoversi senza che un telegramma di sua maestà lo chiamasse a Roma. "On. Mussolini, sua maestà il re la prega di recarsi subito a Roma desiderando offrirle l'incarico di formare il ministero. Ossequi, Generale Cittadini." Fu un subbuglio. Il sottovoce è corso in un baleno per tutto lo Stivale. Se lo scopo del fascismo era di andare al potere, Mussolini aveva vinto. All'indomani fu un'esplosione. I giornali avevano sentito l’"uomo forte". Lui, ancora caldo della violenza compiuta sui giornali, aveva avuto l'offerta del potere e vi si era insediato come in casa propria. Il fatto personale e rivoluzionario non ha influito sulla composizione del ministero mussoliniano. Il sottosegretario di Stato Finzi, poche ore prima, aveva capeggiato l'occupazione della caserma del 12° bersaglieri.

La storia non ha uguali. Nel 1914 Mussolini era su per giù in bolletta come il sottoscritto. Farneticava intorno a un quotidiano. La guerra ci teneva tutti agitati. Egli era l'autore della coercizione socialista. Non si doveva andare in guerra. Non si sa come, ha cambiato. Il 15 novembre dello stesso anno il Popolo d'Italia era in piazza. Il primo numero era come quello di tutti i nuovi quotidiani: abborracciato. Nato giornalista, carico di episodi di vita nazionale e internazionale, il quotidiano migliorava tutti i giorni. La sua testata era un programma. A sinistra c'era questo motto: Chi ha del ferro ha del pane. Lo aveva pescato in Blanqui. Una figura dei tempi di Napoleone III che aveva consumato molti anni nelle galere e che nella Comune si era popolarizzato per quella sua mano eternamente inguantata. A destra: La rivoluzione è un'idea che ha trovato delle baionette. Il giornale era sempre socialista. Il socialismo stava per compiere la sua caduta.




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