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Paolo Valera
Mussolini

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XI

 

IL «PUTTANO»

 

La grande maggioranza degli uomini politici è costituita da tipi che si smontano e montano meccanicamente. In giornalismo ne abbiamo delle frotte. Nel terreno giornalistico ci si affonda. Si discende come dei palombari nel fango alla ricerca dei maîtres chanteurs. Vi si trovano delle figure che di anno in anno modificano, capovolgono e inghiottono se stesse. È forse l'atmosfera giornalistica che invita a diventare paltonieri. Gli esempi fanno scuola.

Tomaso Monicelli è di questi signori invertiti. Ha avuto momenti chiassosi. Al teatro è parso un rinnovatore. È capitombolato. Nel libro si è tramutato in editore. Ha scorticato molta gente. Ha scritto articoli spaventosi. Più di una volta ha dovuto assentarsi dall'opinione pubblica. In grammatica lo si è creduto un maestro. Ha fatto arrossire molti scrittori. Conosce il valore della composizione. I suoi scuoiati non gli hanno mai perdonato perché il suo inchiostro fu sempre implacabile. Non è che Mussolini che forse gli ha perdonato le sue furiose strigliate dal Resto del Carlino. Dico forse perché anche l'opinione di Mussolini è mutabile. Domani è capace di riprendersi il suo perdono.

Prima della guerra Mussolini e Monicelli erano in conflitto. Quest'ultimo aveva rovesciato sul primo una gerla di stramaglia letteraria. Mussolini non ha lasciato passare l'avvenimento. Gli è andato addosso come un terribile frantumatore d'uomini. Provatevi a leggere questa prosa mussoliniana.

"Il « puttano » — d'ora innanzi tutte le volte che mi occuperò del signor Monicelli lo bollerò con tale infamante nomignolo — mi dà del «pirotecnico» e mi invita a scegliere fra il suo «compatimento» o il suo «disprezzo».

"È una trovata come un'altra per troncare una polemica dalla quale il signor Tomaso finirebbe per uscirne colle ossa acciaccate.

"Ma io non lo lascio. Eh no. Quest'uomo mi fa schifo, ma prima che la nausea mi vinca, voglio scudisciarlo a sangue. " Conoscete il suo trucco.

"Quando qualcuno gli rinfaccia le sue sconcie inversioni e perversioni politiche, l'ex Monicelli si fa avanti e vi dice lacrimoso: «Ah se sapeste quali crisi spirituali ho attraversato! Se conosceste i giorni e quanti giorni della mia miseria!»

"C'è della gente che si commuove. Poverino! Chissà quali tempeste in quel cranio! Chissà quali angoscie in quel cuore! Così Monicelli diventa un piccolo eroe di una qualche misteriosa tragedia spirituale svoltasi nella quiete filistea di un borgo ignoto.

"Come chi dicesse un Nietzsche in formato tascabile, molto ridotto... Oh sì, molto ridotto... ad uso e consumo degli agrari del bolognese.

"La miseria!

"E chi non è stato povero...

"Io ho vissuto per mesi e per anni la più dolce, la più romantica delle bohème. (Ricordi, Serrati, le nostre frequentissime gite al Monte di Pietà?...) Ma dopo un decennio ho l'orgoglio di essere ancora politicamente onesto. Di essere ancora lo stesso. E non potrei aver avuto anch'io la mia piccola crisi?

"Pirotecnico ...

"In Italia non v'è fabbricatore e venditore di fuochi artificiali che possa competere con Monicelli. Tutto artificiale in lui: il socialismo prima maniera troppo estetizzante per essere sincero, il socialismo seconda maniera, il religiosismo del cenacolo sangiorgiano, la letteratura delle novelle pubblicate sino a ieri sui fogli della democrazia, il teatro... L'ultima produzione monicelliana era — anche nel titolo! — un miserrimo fuoco... Alludo a quell'Intorno al lume irreparabilmente caduto quest'anno sotto la fredda commiserazione delle platee. Questo lavoro ci venne appunto presentato come il prodotto della lunga crisi spirituale, il parto difficile di una travagliata gestazione. Era un aborto meschino.

"Fallito, liquidato come drammaturgo, l'ex ritenta la fortuna come giornalista. Rifà — inversamente — lo stesso cammino: egli era andato infatti dal giornalismo alle scene, dove la sua gloriola durò lo spazio di un mattino, cioè, di una sera...

"Oggi questa penna venduta mi commisera o mi disprezza.

"Fuori i titoli!

"Per «compatire» bisogna essere più forti, per «disprezzare», più onesti.

"O bisogna, in ogni modo, essere meno spudorati, meno turpemente spudorati di Tomaso Monicelli!"

Benito Mussolini




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