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Paolo Valera Mussolini IntraText CT - Lettura del testo |
G.M. Serrati aveva pisolato qualche ora nella propria abitazione, stracco morto del lavoro fatto. Poi, saputo del turbine fascista, si cacciò in una automobile pubblica con il Passigli, redattore capo, e si avviò alla casa dell'Avanti! invasa dai rivoluzionari à rebours. Mi trovavo nei dintorni dei tumulti. I fascisti che vegliavano al va e vieni di quei momenti trepidi fermarono l'automobile, imponendo ai passeggeri, con le rivoltelle in pugno, di retrocedere. Di lì non si passava. Non si doveva passare. L'ingiunzione era imperiosa. Se fossero stati riconosciuti sarebbero stati invasi dai proiettili della spedizione punitiva.
Intanto le "camicie nere" erano divenute il terrore. Erano figure macabre. Se si poteva guardarle al lavoro di distruzione si rabbrividiva e si correva col pensiero al loro terribile Robespierre, avvolto nella fama di implacabile. Gli "arrabbiati" di Benito Mussolini avevano per zagaglia un randello di legno massiccio col quale pare dovessero compiere stragi. L'avevano tutti. Era come il simbolo dei nuovi patrioti. Il loro furore bestiale di teppaglia lo si è veduto nell'edificio dell'Avanti! I lavoratori dei despoti in camicia nera hanno fracassato tutto. Una occhiata agli orrori interni ha fatto esclamare, a un cristiano accorso: "Oh dio mio, il tuo popolo fedele perisce!" Non si poteva essere stati più spietati o iniqui. Non ci fu mai nulla di simile nelle guerre civili. Neanche ai tempi di Cromwell. Gli insensati contadini della Vandea non sono mai scesi nei disastri del terrore tanto bassi. I versagliesi che assalivano i comunardi non si sono mai rivelati più vandalici e tanto infami. Tutto hanno fracassato. I periti della distruzione hanno riassunto la loro cifra in due milioni di danni. Le sollevazioni barbariche non avevano mai lasciato esempi così malvagi, così efferati. Mazzate su tutto. Aspersioni di liquidi infiammabili in ogni stanza. Rovine dappertutto. Davanti ai lavori della libertà intellettuale proletaria per la conquista dei diritti degli uomini, gli arnesi fascisti procombettero con impeti disperati. Le latte erano state vuotate sui volumi con furia pazza. Le fiamme divamparono. Tutto era precipitato sul pavimento. Le pareti pareva fossero state in incipiente liquefazione. I soffitti scrostati dai calori incandescenti. Le scrivanie capovolte e frantumate a colpi di mazza. Dell'amministrazione non esisteva più nulla. L'anima del giornale era stata incendiata. Niente paura! avanti! Troppi uomini ci hanno preceduti in questi disastri per scolorire o aver paura d'una disfatta rivoluzionaria. Nell'assalto all'Avanti! non ci furono idee. Neanche quelle brutali e vendicative di Benito Mussolini, direttore del Popolo d'Italia. Non vi trovai che il gusto malvagio della distruzione. Il resto fu tutta una mascherata oscena di zulù, negli abiti europei. Fu tutta una perversione umana. Non ci furono corpi a corpi come per contendersi un ideale, come fra girondini e giacobini. Non si videro che incendiari, invasori, violenti spaccatori di mobili, capaci di accanirsi sulle macchine da scrivere o sull'accumulazione del materiale storico del quotidiano, un giorno nutrito e un giorno ordinato dallo stesso Mussolini. Le turbe che si sono conquistate in Italia il privilegio di distruggere, hanno il tempo misurato. Si prepara anche per loro un finale. Fra gli uomini del '93 e gli ultimi difensori dell'insensato feudalismo non ci fu tregua. Sarà così tra noi. Non ci sarà tregua. Il duello si svolgerà con colpi rudi. L'antico regime non può stravincere. I bersaglieri che vigilavano l'Avanti! con l'ordine inesorabile di non tirare furono un non senso. Lo avranno notato tutti. I fascisti sono entrati all'Avanti! alla presenza delle autorità militari. Nella zona del teatro della distruzione vi circolavano le autoblindate. Non un colpo! La polizia ha assistito come a uno spettacolo. Ci furono degli abbracci fra coloro che tiravano e coloro che vigilavano. Gli aggressori hanno potuto farsi vedere in assetto di guerra con le latte del liquido incendiario rubato al Municipio, con la ingiunzione ai pompieri di non muoversi per dar tempo ai neroni del nostro tempo in camicia nera di lasciare che le fiamme e le bombe incendiarie esercitassero la loro funzione di distruggere.
La scena della connivenza tra i bersaglieri che avrebbero dovuto difendere l'Avanti! e i suoi invasori che hanno potuto distruggere senza essere neppure redarguiti, rimarrà nella sollevazione come un pezzo di storia senza cuore, anche se i giornali della borghesia hanno evitato di vederla e di mostrarla ai lettori. L'unico bersagliere che ha tirato in aria fu disarmato e passato probabilmente agli arresti per trasgressione d'ordini. I fatti rimangono. Una ventina e più di automobili e di autocarri zeppi di fascisti hanno potuto compiere un'azione di guerra, in pieno giorno, alla presenza degli ufficiali dell'esercito regolare, in una parte popolosa della metropoli milanese, senz'essere molestati. I socialisti hanno potuto essere sloggiati con la burbanza fascista, senza che una voce militare si sia alzata in loro favore. È rimasto freddato uno dei più vecchi spedizionieri, padre di diversi figli. I socialisti non hanno forse voluto combattere. Male! Dovevano prepararsi. Con duecento uomini armati come i fascisti le frotte dell'ancien régime non sarebbero ritornate alle loro sedi.
Una capatina nell'interno dell'edificio ci fa subito vedere la libertà e la sicurezza con cui hanno lavorato gli aggressori. Non ci fu stanza illesa dalle loro mazze e dalle loro operazioni, perché tutto andasse alla malora. Armadi rovesciati e sfondati, sedie frantumate, casellari in pezzi, macchine da scrivere sventrate, contorte e buttate fra i rottami. Dalla via Benedetto Marcello hanno potuto pregare i bersaglieri esterni di spostarsi per dar loro modo di sfondare, sotto i loro occhi, la muraglia ed entrare dalla breccia...
I sanculotti in camicia nera di Mussolini hanno completato i servizi passando per l'edificio ovunque come furie distruttive. I pompieri hanno compiuto il resto. La verità per tutti. Hanno inaffiato, inzuppato, inondato, dato all'interno l'aspetto di una inondazione. Il problema dei pompieri dell'avvenire sarà di sapere se negli incendi sarà meglio abbandonare tutto al fuoco o all'acqua. Squadre che in nome delle fiamme schiantano a colpi di scure ogni ostacolo, e a getti d'acqua inondano l'ambiente o gli ambienti e rendono tutto inservibile, devono dare da pensare.
Ritorno indietro per convincermi della connivenza governativa col fascismo. In piazza della Scala si è svolta la documentazione in meno di un quarto d'ora. Le guardie regie lasciarono liberi i passaggi al Comune, proprio quando giungevano gli squadristi dell'invasione. Non occorre altro. I deputati socialisti alla Camera avrebbero dovuto urlare a Facta. Invece hanno ascoltato religiosamente il suo discorso "né con gli uni né con gli altri!" Inutile. O si combatte o ci si prostra.