Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Paolo Valera Mussolini IntraText CT - Lettura del testo |
Oramai la rivoluzione è, per noi, un sogno andato al diavolo. Non si pensa più a tramutare un regime. È dei tempi passati. La contesa dei nostri giorni è stata rimpicciolita e ridotta a una bega di gruppi che lottano per delle quisquilie o per delle ragioni personali. Il fascismo che oggi contiene tutto ciò che c'è di spurio, ha preso il sopravvento. È superiore a tutto e a tutti. Terrorizza. Si impone. Ha il coraggio che manca agli altri partiti. I socialisti, i comunisti, gli operai, i contadini continuano a lasciarsi molestare, maltrattare, rompere la testa, mandare all'ospedale a crepare sullo sdraio pubblico senza trovare modo di farla fare finita. È cosa quotidiana. A guardarci con occhi esteri si direbbe che siamo un popolo uscito dai magnanimi lombi delle colonie penali. Non c'è da noi che l'omicidio. Si ammazza oggi e si ammazza domani. I nostri giovani di sedici anni sanno lavorare di coltello come Lemaire e Troppmann senza sollevare il disgusto. Ho già ricordata l'aggressione del deputato Di Vagno. Mola di Bari è parsa la culla dei forzati di Finalborgo o di Portolongone. Fu tutta una truppa di giovani abituati al sangue. Ciascuno di loro ha gareggiato nel dramma orribile di distruggere la persona che doveva cessare di vivere per ordine di chi non si è saputo ancora. Il cinismo di assumere la responsabilità di spaccare la testa agli avversari e di non voltare il dorso alle vittime che quando sono in agonia non è che di ieri. L'ambiente nuovo è Cremona, dove avevano imperato politicamente gli onorevoli Sacchi e Bissolati per tanti anni. Pareva un collegio elettorale di bonaccioni e di patriottoni. Andavano all'urna come a una festa. Nessuno si aspettava di vedere una nuova generazione di bastonatori e di delinquenti indurati al mestiere criminoso. Fu uno stupore. Ci siamo svegliati in una ripetizione di dramma. Lo stesso assassinio di Mola di Bari. Le stesse canaglie. Lo stesso cinismo. Su per giù della stessa età. Nessuna provocazione. I fascisti hanno scorto a una certa distanza l'automobile della deputazione provinciale socialista. Discesi dal loro camion, seguito dal camion delle guardie regie, si sono affrettati a rincorrerla. I socialisti se ne accorsero; affrettarono la corsa verso una cascina e giunti si raccomandarono ai contadini, i quali li nascosero in una stalla. Non fecero in tempo. Il gruppo dei fascisti fu su loro. Nessuna discussione. Nessun scambio di invettive. I fascisti sapevano il loro compito. Essi si misero subito a percuoterli con le mazze piombate. Il Petroneschi ricevette il primo colpo al braccio e cadde come morto. Ecco la ragione della sua salvezza. Lo si credette spirato. Il secondo era una persona conosciuta in tutta la provincia e fuori. Attilio Boldori, vicepresidente della deputazione provinciale e presidente della Cooperativa del Comune. Divenne il loro materazzo. I fascisti gli furono sopra. Dopo una mazzolata, un'altra. Coi loro rompicapi lo piegarono in due. In ginocchio la vittima impallidiva e rantolava. Ricevette i colpi di grazia. Rotolò sul pavimento. Gli aggressori furono implacabili. Non se la diedero a gambe che quando lo videro in lotta con gli spasimi della morte e dopo che qualcuno di loro gli aveva schiacciato la testa con colpi di tacco... Il massimo dei suoi uccisori si è confessato con baldanza. "Sono io, Giorgio Passani, studente, di 16 anni." Non si poteva essere più criminale. Più belva. Il suo maestro in fascismo deve essere stato una iena. Un tocco di carne di collo che doveva spaventare.
Il deputato Farinacci è divenuto l'idolo di questa stramaglia umana. Dal giornale e dalla piazza il Farinacci ha ammonito più volte gli antifascisti a tirar dritto. Ha parlato e parla come un capobanda. Non si capisce come un simile buffone possa essere tollerato. L'ex capo stazione è stato fatto deputato. Poi avvocato. Poi difensore di Dumini, poi accusatore di Cesare Rossi, poi adesso sta per diventare segretario di Stato. È già stato preconizzato. Malvoluto da tanti, non ha mai capito di esserlo. Il cadavere del Boldori non lo ha spaventato. Anche dopo la deplorazione del delitto fatta alla Camera dal Mussolini, egli non ha smentito se stesso. Ne ha assunta la responsabilità. Ha anzi approvato il fattaccio. L'Avanti! ha riassunto la dichiarazione del Farinacci così: "L'onorevole Farinacci ha dichiarato di accettare, per il fascismo, la responsabilità dell'uccisione del povero nostro Boldori. Ha aggiunto e ripetuto ancora una volta che si opporrà con i suoi bravi al corteo di accompagnamento della salma".