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Paolo Valera Mussolini IntraText CT - Lettura del testo |
Carlo Bazzi, direttore del Nuovo Paese è una penna arciconosciuta. È passato più volte attraverso gli uragani pubblici. È stato sovente in Francia. Fu lui che ha fatto la storia dei garibaldini alle Argonne. Molte rivelazioni rumorose. Ora si è messo a rimestare il fascismo. Vi rotola nel materiale di rivelazione il Duce. Lo rivela nelle debolezze attribuitegli dal suo sottovoce di partito. Ci descrive un Mussolini "che è del parere dell'ultimo che gli parla, specialmente se quest'ultimo grida o minaccia". Un Mussolini "che assiste impassibile alle risse e agli errori dei suoi caporali". Un Mussolini "che non avrà mai dei fedeli perché lui non è fedele a nulla e a nessuno". Un Mussolini "che è tratto a mangiarsi e rimangiarsi la sua parola cento volte al giorno".
Invero Benito Mussolini dal giorno della sua ascesa ci ha abituati a tutte le sorprese. Con lui siamo ogni giorno in pieno dramma. Non c'è più giornalista che non esca all'indomani con un Mussolini confezionato secondo le sue ultime manifestazioni o metamorfosi.
Mi duole che sia morta la Eusapia Paladino. Essa sapeva consultare l'anima dei tavolini per condurci agli scioglimenti dei misteri eleusini. Senza di lei o della sua sostitutrice ci agitiamo nei dubbi. Benito Mussolini non si era mai rivelato un credente in Dio. Anzi, egli passava per un eretico. Un frantumatore di dogmi. Aveva celebrato l'eresia di Giovanni Huss. Alla dichiarazione di guerra, il sovrano aveva lanciato un suo proclama ai soldati di terra e di mare, senza "incomodare il padreterno" come invece aveva fatto il suo cugino Guglielmone. Benito Mussolini ha trovato il documento importante e ha gridato "benissimo!" Il creatore "andava lasciato alle sue oneste occupazioni, evitandogli l'umiliazione di mischiarsi nelle faccende nostre". La causa italiana era assistita dal "Diritto". Questo doveva bastare. Mussolini, concludeva il commento al proclama reale con un "vinceremo senza dio". La nostra sorpresa è stata grande quando Benito Mussolini lo abbiamo veduto prostrato all'"altare della Patria" con gli occhi al cielo a commemorare il "Dio della Vittoria", davanti l'avello del Milite Ignoto. Misteri della sua anima!
Adesso le scene tra lui e il cardinale Vannutelli non ci fanno più né caldo né freddo. Ci siamo abituati. Il matrimonio dell'on. Finzi con la signorina Clementi ci ha fatto assistere al rappattumamento dell'"anticristo" col personaggio più maiuscolo dei chiesaiuoli.
Incomincio a credere che quel mattacchione di Formiggini abbia ragione di averla su con Giovanni Gentile, il filosofo dell'attualismo. Gli ha dedicato una stroncatura di trecentocinquanta pagine mordaci. Gli ha appioppato un nomignolo risevole: "Ficozza filosofica del Fascismo". Benito Mussolini deve essere un "convertito" all'idealismo attualista. Ha voluto il Gentile al ministero dell'istruzione. Glielo aveva suggerito il Lanzillo, un altro razionalista iconoclasta passato coi Rocca, cogli Orario e coi Papini alla valorizzazione del nuovissimo vangelo spiritualista. Alla Minerva, il ministro Gentile è stato un "bubbone" per la scuola italiana. Ha appestato l'aria con la sua putredine filosofica. Ha sollevato contro la sua balorda legislazione scolastica un nugolo di proteste, un vespaio di recriminazioni. Benito Mussolini ha finito per riconoscere che il gentilesimo era una gaffe, ed ha mandato l'"elefante attualista" al diavolo.