Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Paolo Valera
Il cinquantenario

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

L'Italia degli straccioni.

 

È un documento della vita nazionale. C'è gente che si sbattezza tutte le volte che si descrive il proprio paese come è, non come dovrebbe essere. È gente che preferisce mettere sulla piattaforma nazionale la ricchezza, l'opulenza, l'eleganza, l'intelligenza. È gente sorda, è gente cieca, è gente che crede che l'ipocrisia sia del sacerdozio italiano.

Un giornalaccio meridionale delle Puglie ha creduto di rompermi in quattro con uno stupido articolo nel quale io figuro come un «sindacalista terribile», perchè ho proposto che durante le feste cinquantenarie si faccia una esposizione dei pitocchi d'Italia.

Lo scribivendolo deve essere un cretinoide. Che diavolo! Lamentarsi perchè uno del nord si sente angustiato nelle feste per la conglorificazione dell'Italia dei pezzenti.

Ma guardatevi intorno. Voi non conoscete neppure la vostra casa. Ci sono le Puglie, c'è la Basilicata, c'è la Calabria che sono depositi di indigenti. Vi si muore di fame, vi si muore di malaria, vi si muore di inedia. Sono paesi dove i milionari non hanno ancor provato le emozioni dei benefattori, dove non c'è beneficenza, dove i poveri contadini periscono sulle strade o nei tuguri per mancanza di ospedali; dove i brefotrofi sono spegnitoi dell'infanzia, dove il contadino non trova da mangiare lavorando tutto l'anno, dove l'analfabetismo è sommo, dove non c'è industria, dove non c'è traffico, dove non c'è igiene, dove non c'è popolazione perchè la popolazione emigra, perchè la popolazione si salva dalle malattie delle vie digestive e delle vie respiratorie andando nell'America del Nord a rifocillarsi, a rincarnarsi, a rifarsi l'esistenza.

Se non foste dei bestioni dovreste essere i primi a raccogliere il materiale umano per una esposizione della gente che vive al disotto della linea della fame.

Parlarci delle popolazioni estere! Le conosciamo meglio di voi, o imbecilli. In nessun paese si sta male e si soffre come da noi. Le nostre folle sono le più straziate, le più premute, le più dissanguate, le più impoverite, le più bistrattate, le più ischeletrite, le più analfabetizzate, le più ridotte all'impotenza.

Nel meridionale il livello politico è così basso che gli stessi giornalisti non hanno orrore di vivere in ambienti politici e amministrativi così infetti da fare del voto un mercato, una vendita al miglior offerente. Parlateci di tutto, non mica di benessere, non mica di elevazione. A Canola, un farabutto della vita pubblica, per esempio, ha potuto spendere in voti, per riuscire consigliere provinciale, 60.000 lire!

Si sta così bene da noi che le popolazioni diminuiscono. Con la natalità alta in paragone degli altri anni, la Basilicata è rimasta nel cinquantenario stazionaria, come la Calabria e come la Basilicata.

Io non emigro, se sto bene in casa mia. Se vado via è proprio perchè nella casa di Vittorio Emanuele III si muore di consunzione famelica.

Ho dunque ragione di ammucchiare i miei articoli e di spargerli uniti per l'Italia pitocca dove i cinquantenaristi signoreggiano nel superfluo.

 

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License