46. CUSCUSSÙ
Il Cuscussù è un piatto di origine araba che i discendenti di
Mosè e di Giacobbe hanno, nelle loro peregrinazioni, portato in giro pei mondo,
ma chi sa quante e quali modificazioni avrà subite dal tempo e dal lungo
cammino percorso. Ora è usato in Italia per minestra dagli israeliti, due de'
quali ebbero la gentilezza di farmelo assaggiare e di farmi vedere come si
manipola. Io poi l'ho rifatto nella mia cucina per prova, quindi della sua
legittimità garantisco; ma non garantisco di farvelo ben capire:
Che non è impresa da pigliar a gabbo
Descriver bene questo grande intruglio,
Né da lingua che chiami mamma e babbo.
La dose seguente
potrà bastare per sei o sette persone:
Spicchio di petto di vitella, grammi 750.
Vitella magra, senz'osso, grammi 150.
Semolino di grana grossa, grammi 300.
Un fegatino di pollo.
Un uovo sodo.
Un rosso d'uovo.
Erbaggi
di qualità diverse come cipolla, cavolo verzotto, sedano, carota, spinaci,
bietola od altro.
Mettete il semolino in un vaso di terra piano e molto largo, oppure
in una teglia di rame stagnata, conditelo con un pizzico di sale e una presa di
pepe e, versandogli sopra a gocciolini per volta due dita (di bicchiere) scarse
di acqua, macinatelo colla palma della mano per farlo divenir gonfio, grandioso
e sciolto. Finita l'acqua versategli sopra, a poco per volta, una cucchiaiata
d'olio e seguitate a manipolarlo nella stessa maniera, durando fra la prima e
la seconda operazione più di mezz'ora. Condizionato il semolino in tal modo,
mettetelo in una scodella da minestra e copritelo con un pannolino, il
sopravanzo del quale, passandolo al disotto, legherete stretto con uno spago.
Mettete
al fuoco lo spicchio di petto con tre litri d'acqua per fare il brodo e dopo
schiumata la pentola copritene la bocca colla scodella, già preparata, in modo
che il brodo resti a qualche distanza; ma badate che le bocche dei due vasi
combacino insieme e non lascino uscir fumo. Lasciato così il semolino per
un'ora e un quarto onde abbia il tempo di cuocere a vapore, aprite l'involto a mezza
cottura per mescolarlo e poi rimetterlo com’era prima.
Tritate
col coltello i 150 grammi di carne magra, unite alla medesima un pezzo di
midolla di pane sminuzzata, conditela con sale e pepe, fatene tante polpettine
grosse poco più di una nocciuola e friggetele nell'olio.
Tritate alquanto gli erbaggi e mettete per prima la
cipolla a soffriggere nell'olio e quando questa avrà preso colore gettate giù
gli altri, conditeli con sale e pepe, rimestate spesso e lasciate che ritirino
l'acqua che fanno. Ridotti quasi all'asciutto, bagnateli con sugo di carne,
oppure con brodo e sugo di pomodoro o conserva, per tirarli a cottura insieme
col fegatino di pollo tagliato a pezzetti e colle polpettine.
Levate il semolino dall'involto, mettetelo
al fuoco in una cazzaruola e senza farlo bollire scioglietegli dentro il rosso
d'uovo, versate nel medesimo una parte del detto intingolo, mescolate e
versatelo in un vassoio, ma quasi asciutto onde presenti la colma, la quale
fiorirete coll'uovo sodo tagliato a piccoli spicchi. Il resto dell'intingolo
mescolatelo nel brodo della pentola e questo brodo mandatelo in tavola diviso
in tante tazze quanti sono i commensali, accompagnate, s'intende, dal vassoio
del semolino; così ognuno tira giù nel suo piatto una porzione di semolino e
gli beve dietro il brodo a cuccchiaiate.
Lo spicchio di petto si serve dopo per
lesso.
Fatta questa lunga descrizione, sembrami
verrà spontaneo nel lettore il desiderio di due domande:
l° Perché tutto quell’olio e sempre olio
per condimento?
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