73. RISOTTO
COLLE TINCHE
Non vi
spaventate nel sentire che le tinche possono prestarsi per una buona minestra,
la quale saprà naturalmente di pesce e riuscirà un po' grave agli stomachi
deboli; ma sarà grata al gusto, e fors'anche lodata, se avrete la prudenza di
non nominare la specie del pesce usato.
Ecco le dosi di
una minestra per sei o sette persone:
Riso, grammi
500;
Tinche, circa
grammi 400.
Fate un battuto
con due spicchi d'aglio, un pizzico di prezzemolo, qualche foglia di basilico,
se vi piace il suo odore, una grossa carota e due pezzi di sedano bianco lunghi
un palmo. Mettetelo al fuoco in una cazzaruola con olio, sale e pepe,
aggiungendovi in pari tempo le tinche già sbuzzate e tagliate a pezzi, le teste
comprese. Voltatele spesso onde non si attacchino al fondo, e quando saranno
ben rosolate cominciate a bagnarle prima con sugo di pomodoro o conserva, poi
con acqua versata a poco per volta in principio e in ultimo, in quantità tale
da cuocere il riso, ma tenendovi piuttosto scarsi che abbondanti. Fate bollire
finché le tinche non sieno spappolate, e allora passate dallo staccio ogni
cosa, in modo che non restino se non le lische e gli ossicini. Questo è il sugo
che servirà per cuocere il riso, tirandolo asciutto e di giusta cottura. Per
aggraziarlo potete aggiungere qualche pezzetto di funghi secchi e un pezzetto
di burro e poi servirlo in tavola con parmigiano grattato per chi lo vuole.
Al tempo dei
piselli questi sono da preferirsi ai funghi; grammi 200, sgranati, bastano.
Cuoceteli a parte con un po' d'olio, un po' di burro e una cipolla novellina
intera. Versate i piselli quando la cipolla comincia a rosolare, fateli
soffriggere alquanto, conditeli con sale e pepe e tirateli a cottura con poca
acqua. La cipolla gettatela via e mescolate i piselli col riso quando questo
sarà quasi cotto.
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