154. PASTA
SFOGLIA
La bellezza di questa
pasta è che, gonfiando, sfogli bene e riesca leggiera, quindi è di difficile
fattura per chi non vi ha molta pratica. Bisognerebbe vederla fare da un
maestro capace; ma nonostante mi proverò di insegnarvela alla meglio, se mi
riesce.
Farina fine o d'Ungheria,
grammi 200.
Burro, grammi
150.
Oppure:
Farina, grammi
300.
Burro, grammi
200.
Spegnete d'inverno la
farina con acqua calda, ma non bollente; sale quanto basta, una cucchiaiata di
acquavite e burro quanto una noce, levandolo dai suddetti 150 o 200 grammi.
Formato che ne
avrete un pane non troppo sodo né troppo tenero, lavoratelo moltissimo,
mezz'ora almeno, prima colle mani, poi gettandolo con forza contro la
spianatoia. Fatene un pane rettangolare, involtatelo in un canovaccio e
lasciatelo un poco in riposo. Frattanto lavorate il burro, se è sodo, con una
mano bagnata nell'acqua, sopra la spianatoia per renderlo pastoso e tenero
tutto ugualmente; poi formatene un pane come quello della farina e gettatelo in
una catinella d'acqua fresca. Quando la pasta sarà riposata, levate il burro
dall'acqua, asciugatelo con un pannolino e infarinatelo tutto per bene.
Spianate la
pasta col matterello soltanto quanto è necessario per rinchiudervi dentro il
pane di burro. Questo si pone nel mezzo e gli si tirano sopra i lembi della
pasta unendoli insieme colle dita e procurando che aderisca al burro in tutte
le parti onde non resti aria framezzo. Cominciate ora a spianarla prima colle
mani, poi col matterello assottigliandola la prima volta più che potete, avvertendo
che il burro non isbuzzi. Se questo avviene gettate subito, dove il burro
apparisce, un po' di farina, e di farina spolverizzare pure spesso la
spianatoia e il matterello a ciò che la pasta scorra e si distenda sotto al
medesimo. Eseguita la prima spianatura, ripiegate la pasta in tre, come
sarebbero tre sfoglie soprammesse e di nuovo spianatela a una discreta
grossezza. Questa operazione ripetetela per sei volte in tutto, lasciando di
tratto in tratto riposare la pasta per dieci minuti. All'ultima, che sarebbe la
settima, ripiegatela in due e riducetela alla grossezza che occorre, cioè
qualcosa meno di un centimetro. Eccettuata quest'ultima piegatura, procurate di
dare alla pasta, ogni volta che la tirate, la forma rettangolare, tre volte più
lunga che larga, e se apparissero delle gallozze, per aria rimasta, bucatele
con uno spillo.
Meglio della
spianatoia comune, servirebbe una tavola di marmo che è più fredda e più
levigata. Nell'estate è necessario il ghiaccio, tanto per assodare il burro
prima di adoperarlo, quanto per tirar meglio la pasta, il che si ottiene
passando il ghiaccio, quando occorra, sopra la pasta stessa entro a un
canovaccio ben fitto o, meglio, messa fra due piatti coperti di ghiaccio.
Con la pasta
sfoglia si fanno, come sapete, i vol-au-vent, i pasticcini con
marmellata o conserve, e torte ripiene di marzapane. Se volete servirvi dei
pasticcini per tramesso, allora riempiteli con un battuto delicato di carne,
fegatini e animelle; ma in tutte le maniere queste paste vanno dorate col rosso
d'uovo alla superficie ma non sugli orli per non impedire il rigonfiamento.
Se servono per
dolce, spolverizzatele calde con zucchero a velo.
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