182. KRAPFEN I
Proviamoci di
descrivere il piatto che porta questo nome di tedescheria ed andiamo
pure in cerca del buono e del bello in qualunque luogo si trovino; ma per
decoro di noi stessi e della patria nostra non imitiamo mai ciecamente le altre
nazioni per solo spirito di stranieromania.
Farina
d'Ungheria, grammi 150.
Burro, grammi
40.
Lievito di
birra, quanto una grossa noce.
Uova, uno
intero e un rosso.
Zucchero, un
cucchiaino.
Sale, una buona
presa.
Prendete un
pugno della detta farina, ponetela sulla spianatoia e, fattale una buca in
mezzo, stemperateci dentro il lievito di birra con latte tiepido e formatene un
pane di giusta sodezza, sul quale inciderete un taglio in croce per poi
conoscer meglio se ha rigonfiato. Ponete questo pane in un tegamino o in una
cazzarolina nel cui fondo sia un sottilissimo strato di latte, copritela e
lasciatela vicino al fuoco onde il pane lieviti a moderatissimo calore: vedrete
che basterà una ventina di minuti. Lievitato che sia mettetelo in mezzo alla
farina rimasta ed intridetela colle uova, col burro liquefatto, collo zucchero
e col sale. Se questo pastone riesce troppo morbido, aggiungete tanta farina da
ridurlo in modo che si possa distendere col matterello alla grossezza di mezzo
dito. Così avrete una stiacciata dalla quale con un cerchio di latta taglierete
tanti dischi della grandezza di quello soprassegnato.
Ammesso che ne
facciate 24, prendete un uovo o altro arnese di forma consimile e colla punta
del medesimo pigiate nel mezzo di ognuno dei dischi per imprimergli una buca.
In 12 di detti dischi ponete un cucchiaino di un battutino tirato col sugo e la
balsamella, composto di fegatini, animelle, prosciutto, lingua salata,
odore di tartufi o di funghi, il tutto tagliato a piccoli dadi.
Bagnate i
dischi all'intorno con un dito intinto nell'acqua e sopra ciascuno sovrapponete
un altro disco dei 12 rimasti vuoti; quando saranno tutti coperti premete sopra
ai medesimi un altro cerchio di latta di dimensione eguale a quello qui
delineato, onde si formi un'incisione tutto all'ingiro.
Ora che avete
questi 12 pasticcini ripieni bisogna lievitarli, ma a lieve calore, e ciò
otterrete facilmente ponendoli vicino al fuoco, o dentro a una stufa. Quando
saranno rigonfiati bene friggeteli nel lardo o nell'olio in modo che sieno
ricoperti dall'unto e serviteli caldi come fritto o piatto di tramesso, il
quale, per la sua apparenza e bontà sarà giudicato piatto di cucina fine.
Se volete che
servano per dolce non avrete altro a fare che riempirli di una crema alquanto
soda o di conserva di frutta, spolverizzandoli, dopo cotti, di zucchero a velo.
Per un'altra
ricetta di questi Krapfen, vedi il n. 562.
|