256. FRICASSEA
La fricassea si può fare di petto o di muscolo di vitella di latte, d'agnello
e di pollo. Prendiamo ad esempio il primo, cioè il petto, e questo, in
proporzioni all'incirca eguali, serva per le altre qualità di carne indicata.
Petto di vitella di latte, grammi 500.
Burro, grammi 50.
Farina, grammi 5, ossia una cucchiaiata scarsa.
Acqua calda, non bollente, decilitri 2.
Due rossi d'uovo.
Mezzo limone.
Un mazzetto odoroso.
Spezzettate il petto lasciandolo con tutte le sue ossa. Mettete una
cazzaruola al fuoco colla metà del burro e, quando comincia a liquefarsi,
versate la farina mescolando finché questa abbia preso il color nocciuola.
Allora cominciate a versare a poco per volta l'acqua e poi il mazzetto che
potete comporre di alcune strisce di cipolla e di carota, di fili di
prezzemolo, di sedano e di basilico, il tutto legato insieme, escluse le foglie
perché queste potrebbero disfarsi e far bruttura alla fricassea, un pregio
della quale è di avere un bel colore paglia unito. Quando l'acqua bolle gettate
giù la carne e il resto del burro e condite con sale e pepe bianco, il quale è
il fiore del pepe comune. Coprite la cazzaruola con un foglio tenuto fermo dal
coperchio e fate bollire adagio. A due terzi di cottura levate il mazzetto e,
se fosse la stagione dei funghi freschi, la potete rendere più grata con grammi
100 o 150 di questi tagliati a fette sottili; se no, un pizzico di funghi
secchi.
Quando siete per mandarla in tavola ritirate la cazzaruola dal fuoco e
versateci a poco per volta, mescolando, i rossi d'uovo frullati coll'agro di
limone.
Se la fricassea fosse di pollo, tagliatelo a pezzi nelle giunture,
escludendo la testa, il collo e le zampe; pel resto regolatevi nello stesso
modo.
La fricassea fatta in questa maniera è un piatto sano e delicato che
piace specialmente a chi non ha il gusto viziato a sapori forti e piccanti.
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