334. POLPETTE
DI TRIPPA
Questo piatto,
tolto da un trattato di cucina del 1694, vi parrà strano e il solo nome di
trippa vi renderà titubanti a provarlo; ma pure, sebbene di carattere triviale,
coi condimenti che lo aiutano, riesce gradito e non grave allo stomaco.
Trippa lessata,
grammi 350.
Prosciutto più
magro che grasso, grammi 100.
Parmigiano
grattato, grammi 30.
Midollo di bue,
grammi 20.
Uova, n. 2.
Un buon pizzico
di prezzemolo.
Odore di spezie
o di noce moscata.
Pappa non
liquida, fatta di pane bagnato col brodo o col latte, due cucchiaiate.
Tritate con la
lunetta la trippa quanto più potete finissima. Fate lo stesso del prosciutto,
del midollo e del prezzemolo, aggiungete le uova, il resto, un poco di sale e
mescolate. Con questo composto formate 12 o 13 polpette, che potranno bastare
per quattro persone, infarinatele bene e friggetele nell'olio o nel lardo.
Ora fate un
battutino con un quarto scarso di cipolla di mediocre grossezza e mettetelo in
una teglia proporzionata con gr. 60 di burro e, colorito che sia, collocateci
le polpette, annaffiatele dopo poco con sugo di pomodoro o conserva sciolta nel
brodo, copritele e fatele bollire adagio una diecina di minuti, rivoltandole;
quindi mandatele in tavola con un po' del loro intinto e spolverizzate di
parmigiano. L'autore aggiunge al composto uva passolina e pinoli, ma se ne può
fare a meno.
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