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SAUER-KRAUT I
Non è questo il
vero sauer-kraut, il quale bisogna lasciar fare ai tedeschi: è una pallida
imitazione di quello, che però non riesce sgradevole come contorno ai
coteghini, agli zamponi ed anche al lesso comune.
Prendete una
palla di cavolo bianco, nettatela dalle foglie verdi a grosse costole e
tagliatela, in quattro spicchi, cominciando dal gambo. Lavateli bene nell'acqua
fresca e poi, con un coltello lungo ed affilato, tagliateli per traverso ben
sottili come fareste pei taglierini. Ridotto il cavolo a questo modo, ponetelo
in un vaso di terra con un pizzico di sale e versategli sopra acqua bollente
fino a coprirlo. Quando sarà diaccio levatelo via strizzandolo bene, poi
rimettetelo nel vaso asciutto con un dito di aceto forte mescolato in un
bicchier d'acqua fresca. Se la palla di cavolo sarà molto grossa, raddoppiate
la dose. Lasciatelo in infusione diverse ore, tornate a strizzarlo bene e
mettetelo a cuocere nella seguente maniera.
Tritate fine
una fetta proporzionata di prosciutto grasso o di carnesecca e mettetela con un
pezzetto di burro in una cazzaruola; quando avranno soffritto un poco,
gettateci il cavolo e tiratelo a cottura con brodo di coteghino o di zampone,
se questi sono insaccati di fresco e non troppo piccanti, altrimenti servitevi
di brodo. Prima di mandarlo in tavola assaggiatelo se sta bene di aceto, il
quale deve leggermente sentirsi, e di sale.
A proposito di
salumi, in qualche provincia d'Italia, avendo il popolo preso il vizio delle
abbondanti e frequenti libazioni a Bacco, si è guasto il senso del palato; per
conseguenza i pizzicagnoli dovendo uniformarsi a un gusto pervertito, impinzano
le carni porcine di sale, di pepe e di droghe piccanti a dispetto de'
buongustai che le aggredirebbero leggiere di condimento e di sapore delicato
come quelle, ad esempio, che si manipolano, più che altrove, nel modenese.
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