476. ARIGUSTA
L'aragosta o
arigusta è un crostaceo dei più fini e delicati, comune sulle coste del
Mediterraneo. È indizio della freschezza e della buona qualità delle ariguste,
degli astaci e de' crostacei in genere, il loro peso in proporzione della
grossezza; ma sempre è da preferirsi che siano vivi ancora, o almeno che diano
qualche segno di vitalità, nel qual caso si usa ripiegare la coda dell'arigusta
alla parte sottostante e legarla avanti di gettarla nell'acqua bollente per
cuocerla.
A seconda della
sua grossezza fatela bollire dai 30 ai 40 minuti; ma prima aromatizzate l'acqua
in cui deve bollire con un mazzetto composto di cipolla, carote, prezzemolo e
due foglie d'alloro, aggiungendo a questo due cucchiai di aceto e un pizzico di
sale. Lasciate che l'arigusta diacci nel suo brodo e quando la levate,
sgrondatela dall'acqua strizzandone la coda e dopo averla asciugata
strofinatela con qualche goccia d'olio per renderla lucida.
Mandatela in
tavola con una incisione dal capo alla coda per poterne estrarre facilmente la
polpa e, se non si volesse mangiare condita semplicemente con olio e agro di
limone, accompagnatela con la salsa maionese o con altra salsa piccante; ma
potete servirla pur anche con una salsa fatta con lo stesso pesce nel seguente
modo:
Levate la polpa
della testa e questa tritatela ben fine con un rosso d'uovo assodato e alcune
foglie di prezzemolo. Ponete il composto in una salsiera, conditelo con pepe,
poco o punto sale e diluitelo con olio fine e l'agro di mezzo limone, o aceto.
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