505. ARINGA
INGENTILITA
Signori
bevitori, a questa aringa (Clupea harengus) posate la forchetta; non è
fatta per voi che avete il gusto grossolano.
Ordinariamente si ricerca l'aringa femmina come più appariscente per la
copiosa quantità delle uova; ma è da preferirsi il maschio che, co' suoi
spermatofori lattiginosi, ossia borsa spermatica, è più delicato. Maschio o
femmina che sia, aprite l'aringa dalla parte della schiena, gettatene via la
testa e spianatela; poi mettetela in infusione nel latte bollente e
lasciatevela dalle otto alle dieci ore. Sarebbe bene che in questo spazio di
tempo si cambiasse il latte una volta. Dopo averla asciugata con un canovaccio,
cuocetela in gratella come l'aringa comune e conditela con olio e pochissimo
aceto o, se più vi piace, con olio e agro di limone.
C'è anche
quest'altra maniera per togliere all'aringa il sapore troppo salato. Mettetela
al fuoco con acqua diaccia, fatela bollire per tre minuti, poi tenetela per un
momento nell'acqua fresca; asciugatela, gettatene via la testa, apritela dalla
parte della schiena e conditela come la precedente.
La Clupea
harengus è il genere tipico dell'importantissima famiglia dei Clupeini, la
quale comprende, oltre alle aringhe, le salacche, i salacchini, le acciughe, le
sarde e l’Alosa vulgaris, o Clupea comune, chiamata cheppia in
Toscana. Questa, in primavera, rimontando i fiumi per deporre le uova, viene
pescata anche in Arno a Firenze.
Le aringhe vivono in numero sterminato nelle profondità dei mari
dell'estrema Europa e si fanno vedere alla superficie solo al tempo della
riproduzione, cioè nei mesi di aprile, maggio e giugno, e dopo deposte le uova
scompariscono nella profondità della loro abituale dimora. Si vede il mare
talora per diverse miglia di seguito luccicante e l'acqua divenir torbida per
la fregola e per le squame che si distaccano. In Inghilterra arrivano dal
luglio al settembre e la pesca, che si fa con reti circolari, n'è sì abbondante
sulle spiagge di Yarmouth che talvolta se ne sono preparate fino a 500 mila
barili.
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