510. BACCALÀ
FRITTO
La padella è
l'arnese che in cucina si presta a molte belle cose; ma il baccalà a me pare vi
trovi la fine più deplorevole perché, dovendo prima esser lessato e involtato in
una pastella, non vi è condimento che basti a dargli conveniente sapore, e però
alcuni, non sapendo forse come meglio trattarlo, lo intrugliano nella maniera
che sto per dire. Per lessarlo mettetelo al fuoco in acqua diaccia e appena
abbia alzato il primo bollore levatelo che già è cotto. Senz'altra
manipolazione si può mangiar così condito con olio e aceto; ma veniamo ora
all'intruglio che vi ho menzionato, padronissimi poi di provarlo o di mandare
al diavolo la ricetta e chi l'ha scritta. Dopo lessato mettete in infusione il
pezzo del baccalà tutto intero nel vino rosso e tenetecelo per qualche ora; poi
asciugatelo in un canovaccio e tagliatelo a pezzetti nettandolo dalle spine e
dalle lische. Infarinatelo leggermente e gettatelo in una pastella semplice di
acqua, farina e un gocciolo d'olio senza salarla. Friggetelo nell'olio e
spolverizzatelo di zucchero quando avrà perduto il primo bollore. Mangiato
caldo, l'odor del vino si avverte appena; non pertanto, se lo trovate un piatto
ordinario, la colpa sarà vostra che l'avete voluto provare.
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