540. CAPPONE
ARROSTO TARTUFATO
La cucina è
estrosa, dicono i fiorentini, e sta bene perché tutte le pietanze si possono
condizionare in vari modi secondo l'estro di chi le manipola; ma modificandole
a piacere non si deve però mai perder di vista il semplice, il delicato e il
sapore gradevole, quindi tutta la questione sta nel buon gusto di chi le
prepara. Io nell'eseguire questo piatto costoso ho cercato di attenermi ai
precetti suddetti, lasciando la cura ad altri d'indicare un modo migliore.
Ammesso che un cappone col solo busto, cioè vuoto, senza il collo e le zampe,
ucciso il giorno innanzi, sia del peso di grammi 800 circa, lo riempirei nella
maniera seguente:
Tartufi, neri o
bianchi che siano poco importa, purché odorosi, grammi 250.
Burro, grammi
80.
Marsala,
cucchiaiate n. 5.
I tartufi, che
terrete grossi come le noci, sbucciateli leggermente e la buccia gettatela così
cruda dentro al cappone; anche qualche fettina di tartufo crudo si può inserire
sotto la pelle. Mettete il burro al fuoco e quando è sciolto buttateci i
tartufi con la marsala, sale e pepe per condimento e, a fuoco ardente, fateli
bollire per due soli minuti rimuovendoli sempre. Levati dalla cazzaruola,
lasciateli diacciare finché l'unto sia rappreso e poi versate il tutto nel cappone,
per cucirlo tanto nella parte inferiore che nell'anteriore dove è stato levato
il collo.
Serbatelo in
luogo fresco per cuocerlo dopo 24 ore dandogli così tre giorni di frollatura.
Se si trattasse
di un fagiano o di un tacchino regolatevi in proporzione. Questi, d'inverno, è
bene conservarli ripieni tre o quattro giorni prima di cuocerli, anzi pel
fagiano bisogna aspettare i primi accenni della putrefazione, ché allora la
carne acquista quel profumo speciale che la distingue. Per la cottura
avvolgeteli in un foglio e trattateli come la gallina di Faraone n. 546.
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