565. BABÀ
Questo è un dolce che vuol vedere la persona in viso, cioè per riuscir bene
richiede pazienza ed attenzione. Ecco le dosi:
Farina
d'Ungheria o finissima, grammi 250.
Burro, grammi
70.
Zucchero in
polvere, grammi 50.
Uva sultanina,
detta anche uva di Corinto, grammi 50.
Uva malaga a
cui vanno levati gli acini, grammi 30.
Lievito di
birra, grammi 30.
Latte o, meglio, panna, decilitri 1 circa.
Uova, n. 2 e un
rosso.
Marsala, una
cucchiaiata.
Rhum o cognac,
una cucchiaiata.
Candito
tagliato a filetti, grammi 10.
Sale, un
pizzico.
Odore di
vainiglia.
Con un quarto
della detta farina e con un gocciolo del detto latte tiepido, s'intrida il
lievito di birra e se ne formi un pane di giusta sodezza. A questo s'incida col
coltello una croce, non perché esso e gli altri così fregiati abbiano paura
delle streghe; ma perché a suo tempo diano segno del rigonfiamento necessario,
ad ottenere il quale si pone a lievitare vicino al fuoco, a moderatissimo
calore, entro a un vaso coperto in cui sia un gocciolo di latte. Intanto che
esso lievita, per il che ci vorrà mezz'ora circa, scocciate le uova in una
catinella e lavoratele collo zucchero; aggiungete dipoi il resto della farina,
il panino lievitato, il burro sciolto e tiepido, la marsala e il rhum, e se
l'impasto riuscisse troppo sodo, rammorbiditelo col latte tiepido. Lavoratelo
molto col mestolo finché il composto non si distacchi dalla catinella, per
ultimo gettateci l'uva e il candito, e mettetelo a lievitare. Quando avrà
rigonfiato rimuovetelo un poco col mestolo e versatelo in uno stampo unto col
burro e spolverizzato di zucchero a velo misto a farina.
La forma
migliore di stampo, per questo dolce, è quella di rame a costole; ma badate
ch'esso dev'essere il doppio più grande del contenuto. Copritelo con un testo
onde non prenda aria e ponetelo in caldana o entro un forno da campagna,
pochissimo caldo, per lievitarlo; al che non basteranno forse due ore. Se la
lievitatura riesce perfetta si vedrà il composto crescere del doppio, e cioè
arrivare alla bocca dello stampo. Allora tirate a cuocerlo, avvertendo che nel
frattempo non prenda aria. La cottura si conosce immergendo un fuscello di
granata che devesi estrarre asciutto; nonostante lasciatelo ancora a
prosciugare in forno a discreto calore, cosa questa necessaria a motivo della
sua grossezza. Quando il Babà è sformato, se è ben cotto, deve avere il colore
della corteccia del pane; spolverizzatelo di zucchero a velo.
Servitelo
freddo.
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