9. TORTELLINI ALLA BOLOGNESE
Quando sentite parlare della cucina bolognese fate una
riverenza, ché se la merita. È un modo di cucinare un po’ grave, se vogliamo,
perché il clima così richiede; ma succulento, di buon gusto e salubre, tanto è
vero che colà le longevità di ottanta e novant’anni sono più comuni che
altrove. I seguenti tortellini, benché più semplici e meno dispendiosi degli
antecedenti, non sono per bontà inferiori, e ve ne convincerete alla prova.
Prosciutto grasso e magro, grammi 30.
Mortadella di Bologna, grammi 20.
Midollo di bue, grammi 60.
Parmigiano grattato, grammi 60.
Uova, n. 1.
Odore di noce moscata.
Sale e pepe, niente.
Tritate ben fini colla lunetta il prosciutto e la mortadella,
tritate egualmente il midollo senza disfarlo al fuoco, aggiungetelo agli altri
ingredienti ed intridete il tutto coll'uovo mescolando bene. Si chiudono nella
sfoglia d'uovo come gli altri, tagliandola col piccolo stampo del n. 8. Non
patiscono conservandoli per giorni ed anche per qualche settimana e se
desiderate che conservino un bel color giallo metteteli, appena fatti, ad
asciugare nella caldana. Con questa dose ne farete poco meno di 300, e ci vorrà
una sfoglia di tre uova.
Bologna
è un gran castellazzo dove si fanno continue magnazze, diceva un tale che a
quando a quando colà si recava a banchettare cogli amici. Nell'iperbole di
questa sentenza c'è un fondo di vero, del quale, un filantropo che vagheggiasse
di legare il suo nome a un'opera di beneficenza nuova in Italia, potrebbe
giovarsi. Parlo di un Istituto culinario, ossia scuola di cucina a cui Bologna
si presterebbe più di qualunque altra città pei suo grande consumo, per
l'eccellenza dei cibi e pel modo di cucinarli. Nessuno apparentemente vuol dare
importanza al mangiare, e la ragione è facile a comprendersi: ma poi, messa da
parte l'ipocrisia, tutti si lagnano di un desinare cattivo o di una
indigestione per cibi mal preparati. La nutrizione essendo il primo bisogno
della vita, è cosa ragionevole l'occuparsene per soddisfarlo meno peggio che
sia possibile.
Uno scrittore straniero dice: “La salute, la morale,
le gioie della famiglia si collegano colla cucina, quindi sarebbe ottima cosa che
ogni donna, popolana o signora, conoscesse un'arte che è feconda di benessere,
di salute, di ricchezza e di pace alla famiglia”; e il nostro Lorenzo
Stecchetti (Olindo Guerrini) in una conferenza tenuta all'Esposizione di Torino
il 21 giugno 1884 diceva: “È necessario che cessi il pregiudizio che accusa di
volgarità la cucina, poiché non è volgare quel che serve ad una voluttà
intelligente ed elegante. Un produttore di vini che manipola l'uva e qualche
volta il campeggio per cavarne una bevanda grata, è accarezzato, invidiato e
fatto commendatore. Un cuoco che manipola anch'esso la materia prima per
ottenerne un cibo piacevole, nonché onorato e stimato, non è nemmeno ammesso in
anticamera. Bacco è figlio di Giove, Como (il Dio delle mense) di ignoti genitori.
Eppure il savio dice: Dimmi quel che tu mangi e ti dirò chi sei. Eppure
i popoli stessi hanno una indole loro, forte o vile, grande o miserabile, in
gran parte dagli alimenti che usano. Non c'è dunque giustizia distributiva.
Bisogna riabilitare la cucina”.
Dico dunque che il mio Istituto dovrebbe
servire per allevare delle giovani cuoche le quali, naturalmente più economiche
degli uomini e di minore dispendio, troverebbero facile impiego e
possederebbero un'arte, che portata nelle case borghesi, sarebbe un farmaco
alle tante arrabbiature che spesso avvengono nelle famiglie a cagione di un
pessimo desinare; e perché ciò non accada sento che una giudiziosa signora, di
una città toscana, ha fatto ingrandire la sua troppo piccola cucina per aver
più agio a divertirsi col mio libro alla mano.
Ho lasciato cader questa idea così in embrione ed informe; la
raccatti altri, la svolga e ne faccia suo pro qualora creda l'opera meritoria.
Io sono d'avviso che una simile istituzione ben diretta, accettante le ordinazioni
dei privati e vendendo le pietanze già cucinate, si potrebbe impiantare,
condurre e far prosperare con un capitale e con una spesa relativamente
piccoli.
Se
vorrete i tortellini anche più gentili aggiungete alla presente ricetta un
mezzo petto di cappone cotto nel burro, un rosso d'uovo e la buona misura di
tutto il resto.
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