616. CROSTATE
Per crostate io
intendo quelle torte che hanno per base la pasta frolla e per ripieno le
conserve di frutta o la crema.
Prendete la dose
intera della ricetta del B n. 589, o la metà della ricetta A, e in ambedue
servitevi, come si è detto, di un uovo intero e un torlo; ma prima di metterli
nella pasta frullateli a parte e, per risparmio, lasciate indietro un po’
d'uovo che servirà per dorare la superficie della crostata. Alla pasta frolla
che deve servire a quest'uso sarà bene dare un qualche odore come quello di
scorza di limone o d'acqua di fior d'arancio; il meglio sarebbe servirsi
esclusivamente della ricetta C.
Per formar la
crostata spianate col matterello liscio una metà della pasta per avere una
sfoglia rotonda della grossezza di uno scudo all'incirca e ponetela in una
teglia unta col burro. Sopra la medesima distendete la conserva oppure la crema
od anche l'una e l'altra, tenendole però separate. Se la conserva fosse troppo
soda rammorbiditela al fuoco con qualche cucchiaiata d'acqua. Sopra la conserva
distendete a eguale distanza l'una dall'altra tante strisce di pasta tirata col
matterello rigato, larghe un dito scarso, e incrociatele in modo che formino un
mandorlato; indi coprite l'estremità delle strisce con un cerchio all'ingiro
fatto colla pasta rimanente, inumiditelo coll'acqua per attaccarlo bene. Dorate
coll'uovo lasciato a parte la superficie della pasta frolla, e cuocete la
crostata in forno o nel forno da campagna. Migliora dopo un giorno o due.
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