654. BISCOTTINI
PUERPERALI
Il sesso che, a
buon diritto, porta il titolo di gentile, non tanto per la gentilezza delle
maniere quanto per quel delicato senso morale che lo rende naturalmente
proclive a tutto ciò che può recare un vantaggio, un conforto all'umanità, ha
molto contribuito a che l'elenco delle mie ricette riuscisse più copioso e
svariato.
Una signora di
Conegliano mi scrive, quasi meravigliandosi, che non ha trovato nel mio libro
la pinza dell'Epifania e (non ridete) i biscottini puerperali; due
cose, secondo lei, di non poca importanza. Racconta la detta signora che la
sera della vigilia di quella festa, in tutte le colline e la pianura della
bella Conegliano, i componenti di ogni famiglia di contadini, dopo aver fatto
fuochi e grandi baldorie nell'aia del podere e recitate orazioni per invocare
dal Cielo ubertoso il futuro raccolto, si ritirano in casa, tutti felici e
contenti, ove li aspetta la pinza sotto il camin annaffiata con del buon
vin.
Mentre quei
buoni contadini mangiano la pinza, - che per essere, più che ad altri, dicevole
a quelle genti e a quel clima, io non descrivo, - secondo i dettami della
signora rivolgerò le mie cure ai biscottini puerperali, perché essa li
giudica nutrienti e delicati, opportuni a riparare la spossatezza di chi ha
dato alla luce un figliuolo.
Rossi d'uovo,
n. 8.
Zucchero a
velo, grammi 150.
Cacao in
polvere, grammi 40.
Burro, grammi
40.
Odore di
vainiglia mediante zucchero vanigliato.
Ponete questi
ingredienti in un vaso e, con un mestolo, lavorateli per oltre un quarto d'ora;
poi versate il composto in quattro scatole di carta, lunghe otto e larghe sei
centimetri circa. Collocate le medesime in una teglia di rame coperta, posatela
sopra un fornello con pochissimo fuoco sotto e sopra onde il composto assodi
alquanto senza fare la crosticina perché si deve prender su a cucchiaini:
quindi è affatto improprio il nome di biscottini.
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