656. PRUGNE
GIULEBBATE
Prendete prugne
secche di Bosnia che sono grosse, lunghe e polpute a differenza delle prugne di
Marsiglia piccole, tonde, magre, coperte da quel velo bianco che a Firenze
chiamasi fiore, le quali non farebbero al caso. Per una quantità di grammi 500,
dopo averle lavate e tenute in molle per due ore nell'acqua fresca, levatele
asciutte e mettetele al fuoco con:
Vino rosso
buono, decilitri 4.
Acqua,
decilitri 2.
Marsala, un
bicchierino.
Zucchero
bianco, grammi 100.
Un pezzetto di
cannella.
Fatele bollire
adagio per mezz'ora a cazzaruola coperta, che può bastare, ma prima di
toglierle dal fuoco accertatevi che siansi rammorbidite abbastanza, perché il
più o il meno di cottura può dipendere dalla qualità della frutta.
Levatele
asciutte collocandole nel vaso dove volete servirle, e lo sciroppo che resta
fatelo restringere al fuoco per otto o dieci minuti a cazzaruola scoperta e poi
versatelo anch'esso nel vaso sopra le prugne. All'odore della cannella, che mi
sembra quello che più si addice, potete sostituire la vainiglia o la scorza di
cedro o di arancio.
È un dolce che si conserva a lungo e di gusto delicato, aggradito
specialmente dalle signore. Non vorrei passare per il sior Todero Brontolon se
anche qui tocco il tasto dell'industria nazionale nel vedere che si potrebbe
coltivare in Italia la specie di susina che si presta meglio ad essere seccata
e messa in commercio a quest'uso.
|