729. ORZATA
Mandorle dolci
con 10 o 12 amare, grammi 200.
Acqua, grammi
600.
Zucchero
bianco, fine, grammi 800.
Acqua di fior
d'arancio, due cucchiaiate.
Sbucciate le
mandorle e pestatele nel mortaio, bagnandole ogni tanto coll'acqua di fior
d'arancio.
Allorché
saranno ridotte a pasta impalpabile, scioglietele con un terzo della detta
acqua e passatene il sugo da un canovaccio strizzandolo bene. Rimettete nel
mortaio la pasta asciutta rimasta nel canovaccio, macinatela col pestello; poi
scioglietela con un altro terzo dell'acqua e passatene il sugo. Ripetete la
stessa operazione per la terza volta, mettete al fuoco tutto il liquido
ottenuto, e quando sarà ben caldo versate lo zucchero, rimestatelo e fatelo bollire
per venti minuti circa. Diaccio che sia, imbottigliatelo e conservatelo in
luogo fresco. Se fatta in questo modo, vedrete che l'orzata non fermenta e
potrete conservarla a lungo, ma però non quanto i siroppi di frutta. Oltre a
ciò viene di tale sostanza che pochissima, sciolta in un bicchier d'acqua,
basta per ottenere una bibita eccellente e rinfrescante. Fatta coi semi di
popone, viene anche più delicata.
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